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Lo “splendido” isolamento del governo Netanyahu

Dopo il raid all'ambasciata iraniana di Damasco e l'uccisione dei volontari a Gaza

Rocco Cangelosi 04/04/2024

Lo “splendido” isolamento del governo Netanyahu Lo “splendido” isolamento del governo Netanyahu La guerra di Gaza sembra conoscere un'improvvisa accelerazione determinata da due interventi israeliani che si sono susseguiti a poche ore di distanza l’ uno dall'altro.Il primo, il bombardamento del consolato iraniano a Damasco con l'uccisione di Reza Zahedi, uno dei più  importanti generali della Repubblica islamica, ha lasciato interdetta la Comunità  internazionale per la palese violazione del diritto internazionale e delle immunita' che regolano lo status delle sedi diplomatiche e le reazioni che potrebbero derivare da parte iraniana. L'altro, l'uccisione di sette volontari della ONG World Center Kitchen ha determinato preoccupazione nelle cancellerie e indignazione e condanna nelle opinioni pubbliche. La fredda reazione di Netanyahu, che si è scusato dicendo che sono cose che in guerra possono accadere, incurante delle migliaia di vite innocenti stroncate nel perseguimento della sua spericolata strategia di distruggere completamente Hamas, ha innescato reazioni di protesta anche all'interno del Paese.
 
L'isolamento del governo  israeliano e'  sempre più evidente. Cresce l'irritazione del principale alleato di Tel Aviv, gli Usa di Biden, preoccupati che i minacciati  interventi dell'esercito israeliano nella zona di Rafah possano innescare un’estensione del conflitto. Cresce anche il dissenso nella pubblica opinione israeliana che non vede soluzione alla guerra ne' al rilascio degli ostaggi. Sembrerebbe quindi venuto il momento per un cambio al vertice o ancor meglio un ritorno alle urne per dar vita a un governo più rappresentativo degli elettori israeliani. Ma è  proprio questo che Netanyahu non vuole, consapevole che la sua sopravvivenza politica è legata alla continuazione della guerra e alla distruzione di quell'Hamas che lui aveva colpevolmente coltivato per indebolire  l’Autorità  palestinese e favorire gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania.
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