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Chi dice e chi tace

Chiara Valerio, Sellerio - 2024

Ex libris - Elisabetta Bolondi 20/04/2024

Chi dice e chi tace Chi dice e chi tace “Chi dice e chi tace”, il romanzo di Chiara Valerio fa parte dei dodici finalisti al Premio Strega 2024.  Parole e silenzi, chiacchiere e omertà, dicerie e fatti veri, tutto questo è raccontato a Scauri, il luogo di nascita dell’autrice, che conosciamo bene per i suoi tanti interventi sui media, che la vedono impegnata sui temi più attuali della difficile fase politico sociale che stiamo vivendo. Il romanzo torna indietro agli anni Novanta, c’erano ancora le lire, proprio a Scauri, dove circa venti anni prima si è stabilita la vera protagonista della storia, Vittoria, che però noi conosceremo quando la voce narrante, l’avvocata Lea Russo, appena tornata con marito e figlie da una gita a Ponza, apprende da Mara, la giovane donna che viveva con Vittoria, che lei, abile nuotatrice, è annegata nella vasca da bagno: si è trattato di un incidente.  Il racconto è pieno di risvolti e di misteri, perché, si rende conto Lea, che di questa donna affascinante, generosa, anticonformista, seducente,  intelligente e capace di risvegliare intorno alla sua figura gli interessi più disparati, di Vittoria nessuno sapeva nulla: del suo passato, della ragione che l’aveva condotta a vivere a Scauri, della natura dei suoi rapporti con Mara, dell’origine delle sue competenze professionali: lavorava in farmacia, era esperta di erbe officinali, bravissima giocatrice di carte, briscola la sua preferita, accogliente con gli animali per i quali aveva creato una specie di pensione molto aperta. Mentre la sua morte improvvisa ha turbato la comunità del paese, giunge una macchina da cui scende un uomo anziano ed elegante, l’avvocato Pontecorvo, che incontra Lea per ragioni legate ad un incidente tra due ragazzi del posto, ma in realtà rivela di essere ancora il marito di Vittoria; vuole portarsi via la salma della donna che è stata sua moglie. Si avranno nel procedere della narrazione altre scoperte, rivelazioni, dichiarazioni, che riusciranno a decifrare, almeno in parte, la storia di questa donna misteriosa. E’ Lea però che nella sua ricerca di scoprire, capire, leggere carte, aprire un testamento che proprio a lei è stato indirizzato, si inoltra nella storia di Vittoria che diventa anche scoperta de sé. Lea, moglie di Luigi, professore di fisica comunista, con cui divide gusti e scelte di vita, si accorge che a Vittoria era piaciuta, e lei stessa capisce con stupore quanto la personalità dell’amica le fosse entrata nella testa e anche nel corpo.
 
Scoprire Vittoria, la sua sottaciuta scelta omosessuale, la turba tanto da creare un leggero dissidio con Luigi, che si allarma della lontananza che intravede nella moglie. Il tutto avviene in pochi chilometri quadrati, un territorio, quello del golfo di Gaeta su cui si affacciano Scauri e Formia, che sembrano distare enormemente da Roma, che pure è a un’ora di treno. Lea e Luigi, tra i pochi laureati, hanno deciso di rimanere a vivere in provincia, e ora si misurano con un microcosmo dove tutti si conoscono, si osservano, si disprezzano, si guardano con ostilità. Chiara Valerio scrive con stile rapido, spesso senza punteggiatura nei dialoghi, quasi a riprodurre il parlato quotidiano nel quale inserisce a volte frasi dialettali, ma più spesso modi di dire della tradizione alla quale mostra di appartenere con orgoglio. I suoi studi di matematica, il suo aver lavorato come insegnante e poi in radio,  danno alla lingua di Chiara Valerio una nitidezza, una capacità di sintesi ammirevole in una storia solcata da tanti rivoli che rischiano di disperdersi o comunque di far perdere al lettore le coordinate; invece il libro si tiene stretta una sua logica narrativa, che ci porta dentro la chiesa con il parroco Michele, anche lui approdato a Scauri da Roma; e poi in treno da Formia a Roma, quartiere di fiumi, dove Lea incontra Rebecca, che le  racconta  un po’ del passato di Vittoria. Tanti fiori, campanule,  erbe, capperi, mandragora, spinaci, piante, animali, un erbario che Vittoria faceva costruire ai bambini, sottraendoli alle figurine Panini, un prezioso gesso di Canova, sigarette che passano di bocca in bocca, una sottile sensualità, un’agenzia di pompe funebri che si chiama Paradiso, birre al caffè Lo Scoglio, pantaloni informi di lino, chiacchiere sulla via Appia in un brulicare di shopping il sabato pomeriggio, due bambine che giocano con le Barbie, la spiaggia a pochi passi. Che bel libro ha scritto Chiara, pieno di cose e di persone, di atmosfere e di segreti, di ricerca profonda della nostra vera identità, talvolta nascosta a noi stessi troppo a lungo.
 
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