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Ben Jelloun: «La causa palestinese degli studenti non è contro gli ebrei»

Danilo Ceccarelli, La Stampa, 3 maggio

Redazione InPiù 03/05/2024

Tahar Ben Jelloun Tahar Ben Jelloun «E' assolutamente normale che i giovani di oggi si mobilitino per dare il loro sostegno ai palestinesi». Intervistato da Danilo Ceccarelli per La Stampa del 3 maggio, lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun, parlando del movimento pro-Gaza emerso negli Stati Uniti, evoca una nuova tendenza nata come conseguenza della crisi in corso. La protesta scoppiata in diverse università statunitensi sembra decisa a continuare nonostante il pugno duro delle autorità. Come si spiega la nascita di un movimento così forte in America? «È la prima volta che si verifica una mobilitazione simile a favore della Palestina come quella che stiamo vedendo in questi giorni. È un fenomeno di protesta contro Israele esploso un po’ ovunque, non solo negli Stati Uniti ma anche in altri Paesi». Ma perché questa protesta è scoppiata proprio ora, a diversi mesi di distanza dall’inizio della risposta di Israele all’attacco subito da Hamas? «È arrivata in questo momento a causa dell’intensità dei bombardamenti su Gaza, che ha rivoltato le coscienze. I giovani di oggi hanno trovato una causa, che è quella palestinese, alla quale bisogna rendere giustizia. I ragazzi e le ragazze hanno scoperto che c’è una colonizzazione portata avanti con ingiustizie e violenza contro il popolo palestinese. Poi c’è stato l’attacco di Hamas del 7 ottobre, orribile come il modo con il quale ha risposto Israele, che ha assassinato con consapevolezza colpendo la popolazione civile di Gaza. Una situazione che ha scandalizzato e ha smosso le coscienze». Non c’è il rischio di una deriva antisemita in questi movimenti? «Si cerca di sviare la protesta indirizzandola verso quell’argomento. Questo è un modo per fare pressione sui giovani e per snaturare la loro rivolta, che non è contro gli ebrei ma contro l’occupazione dei territori palestinesi».
 
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