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Quel che resta

Virginie Grimaldi, edizioni E/O, 2024

Ex libris - Elisabetta Bolondi 22/03/2024

Quel che resta Quel che resta La casa editrice E/O propone un nuovo romanzo della scrittrice francese di enorme successo Virginie Grimaldi, “Quel che resta”; il libro parte in modo leggero, con i tre personaggi che ci vengono presentati, la settantaciquenne Jeanne, che da pochi mesi ha perduto  l’amatissimo Pierre, con cui aveva vissuto una vita felice, e ora ha difficoltà a trovare ragioni di vita, di cui chiede conto al marito, la cui tomba visita quotidianamente, intessendo con lui un fitto dialogo mentre decora la lapide con fiori freschi. Iris, una trentenne che  viene da La Rochelle, da dove è letteralmente fuggita tagliando ogni ponte dietro di sé. Nessuno sa che è a Parigi, in fuga da Jéremy, l’uomo che stava per sposare ma che si era rivelato violento e manipolatore. Ora Iris è senza alloggio, il padrone l’ha sfrattata e lei non sa dove andare. Théo invece è un ragazzo giovanissimo appena uscito da una casa d’accoglienza: sua madre Laure, alcolista, dopo una vita convulsa ha avuto un incidente e ora vegeta in una struttura, che il ragazzo visita ogni mese: lui fa l’apprendista pasticcere, dorme in macchina, sopravvive a stento, non sa come la sua esistenza possa trovare una stabilità e una sorta di prospettiva. I tre per un caso fortuito gravitano nello stesso quartiere parigino, e quando dopo molte esitazioni Jeanne decide di dare in affitto le due camere del suo appartamento per affrontare spese sempre più alte, finisce per accogliere proprio i due sbandati, Iris e Théo. All’inizio le età diverse, i diversi stili di vita  non spingono ad una convivenza semplice il terzetto, malgrado Jeanne abbia imposto regole chiare e rigide. Ma man mano che i giorni passano, anzi i mesi, si comincia a creare una vera confidenza e Iris e Théo mettono entrambi giù le loro carte, i loro segreti, le sconfitte, ombre sul loro passato, segreti gelosamente custoditi. Anche Jeanne, la cui vita era scorsa apparentemente serena, nasconde una profonda  insoddisfazione , e ora, la solitudine e la mancanza di figli le fanno proiettare sui due casuali inquilini atteggiamenti affettivi, aspettative, desideri mai veramente confessati. Man mano che i mesi si susseguono, tutta la storia si svolge in un  solo anno, avremo molte sorprese, legami che si credevano persi ricompaiono, altri si recidono, la vita dei tre personaggi cambia decisamente in meglio: ma il lieto fine non manca però di risvolti inquietanti, che la scrittrice racconta con profonda empatia: rapporti violenti, donne vittime, la piaga dell’alcol, quella dei ragazzi abbandonati, la malattia cronica, la solitudine degli anziani,  tutta una serie  di temi di attualità sociale, ricorrenti  in Francia come da noi, che Virginie Grimaldi descrive attraverso una storia a tratti fiabesca, dove un medium di nome Kafka, una panettiera bisbetica, un portiere lunatico  , raccontano una Parigi minore ma non meno efficace, a tratti esilarante ma seriamente difficile. Un esergo di Roman Gary, “Non bisogna aver paura della felicità….”, una lettera ai lettori della stessa autrice che apre il libro, esortandoli a sentirsi a casa loro nell’appartamento parigino di Jeanne, parlano di un romanzo che per una volta non è un giallo, un noir, una detective story, ma solo l’intreccio di tre vite con le quali,  per motivi del tutto casuali “ creiamo legami invisibili che fanno di noi quelli che siamo” . Il grande successo francese della scrittrice, sembra ripetersi anche da noi.
 
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