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Arrigo Cipriani: «A 92 anni si arriva senza cenare e grazie all'amore»

Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 21 aprile 2024

Redazione InPiù 27/04/2024

Arrigo Cipriani: «A 92 anni si arriva senza cenare e grazie all'amore» Arrigo Cipriani: «A 92 anni si arriva senza cenare e grazie all'amore» Nei giorni della Biennale, l’Harry’s Bar pare una sala danze. I camerieri slalomeggiano tra i tavoli con le tovaglie di lino, cui siedono aristocratici e miliardari. Sta uscendo François Pinault, 88 anni ad agosto. Arrigo Cipriani, 92 anni dopodomani (intervistato da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera del 21 aprile), si alza a salutarlo. Il dialogo dura quattro parole: «Tout bien?»; «A demain» (se non fosse andato tutto bene, Pinault non tornerebbe domani). Sta entrando un signore anziano da solo, alto, magro, pantaloni scozzesi, giacca azzurro elettrico, papillon, bastone da passeggio rosso. Cipriani si alza a preparargli il tavolo, facendogli saltare la fila. Chi sarà? Uno stilista, un duca conte? «È un gondoliere, che ha sposato una ricca turista americana. Ora è rimasto vedovo. Pranza qui tutti i giorni, e io gli faccio trovare sempre il tavolo perché mio padre mi ha insegnato che non bisogna mai far aspettare chi pranza da solo. Quando arrivava un cliente da solo, lui gli dava sempre il primo tavolo disponibile, anche da dieci posti». Perché? «Perché non ha nessuno con cui parlare, e va trattato con particolare riguardo». Cipriani, come si arriva a 92 anni?  «Mangiando quasi nulla la sera, e facendo un quarto d’ora di karate al giorno». Karate?  «È una ginnastica interiore. Non tralascia nessun movimento, neppure quello del mignolo della mano destra». Secondo me non basta il karate.  «Infatti ci vuole l’amore».  Lei è innamorato? «Sono perdutamente innamorato di una donna speciale». Quanti anni ha la donna di cui è perdutamente innamorato? «Cinquantadue». Quaranta meno di lei. «E che importanza ha?». Come vi siete conosciuti? «Per caso. Cinque anni fa eravamo seduti vicini alla festa della polizia, dove non ero mai andato. Scoprimmo di venire entrambi dalla Venezia popolare, e di parlare la stessa lingua». Colpo di fulmine? «Non credo ai colpi di fulmine. L’amore cresce poco a poco. Ci si prende cura l’uno dell’altro. Lei ha due lauree importanti col massimo dei voti. Ora lavora con noi in azienda, e l’ha risanata». Stava andando male? «Dopo la festa per gli ottant’anni avevo pensato che la mia vita di lavoro fosse finita, e mi ero affidato a persone sbagliate. Lei ha salvato i conti, senza fare nulla di speciale, semplicemente con la cura e l’integrità. Mi ricorda quello che un giorno la filosofa ungherese Heller disse ai suoi allievi: “Voi state studiando molte materie inutili: la filosofia, il latino e il greco antichi, la matematica. Vedrete però che queste materie inutili vi aiuteranno moltissimo a fare quelle utili”. Lei è una donna eccezionale, con lei sono felice, e ho dimenticato la mia età». Com’è l’amore alla sua età? «Sono ancora forte come un tempo. L’urologo che mi operò di prostata a cinquant’anni mi disse: abbiamo guadagnato dieci anni. Si era sbagliato: avevamo guadagnato mezzo secolo». A voi che avete superato il decennio della morte, tra gli 80 e i 90, non vi ferma più nessuno. «Vogliono togliere la patente agli ultranovantenni: un’ingiustizia. L’altro giorno mi hanno fermato che andavo ai 200 all’ora». Non si deve. «È vero, la mia macchina però fa i 300... Mi hanno detto: dovremmo sequestrargliela e sospenderle la patente; almeno vada più piano».  
 
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