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Ex Ilva, l'unica certezza è l'abbandono di Arcelor-Mittal

Il futuro avvolto nella nebbia, il governo dovrà fare chiarezza sul ruolo pubblico

Claudio Di Donato 23/02/2024

Ex Ilva, l'unica certezza è l'abbandono di Arcelor-Mittal  Ex Ilva, l'unica certezza è l'abbandono di Arcelor-Mittal L’amministrazione straordinaria sembra la normalità per l’ex Ilva con la decisione del governo e la nomina a commissario di Giancarlo Quaranta. L’unica certezza, ad oggi, è l’uscita di scena di Arcelor-Mittal che con il commissariamento perde il potere di gestione di Acciaierie d’Italia (che avrebbe mantenuto col concordato). Quaranta assicura esperienza e competenze, ma per garantire la continuità produttiva di Taranto serviranno capitali (tanti) e un chiarimento sul ruolo pubblico nell’azienda (Invitalia è azionista dal 2021) e sul settore dell’acciaio. Al momento, le risorse disponibili sono i 320 milioni del decreto sull’amministrazione straordinaria ma Palazzo Chigi assicura altri mezzi in fase di conversione. Sarà il commissario a indicare le necessarie risorse finanziarie per mantenere l’operatività dello stabilimento.
 
Il governo mostra fiducia su un diffuso interesse dei privati a investire su Taranto e promette gare in tempi brevi. Per la vendita ad Arcelor-Mittal sono occorsi quasi due anni, ai quali sommare l’istruttoria e il via libera con condizioni dell’Antitrust europeo. Anche nel 2016 le manifestazioni di interesse erano molte, una ventina, ma poi fu corsa a due. E il contratto “blindato” di Arcelor-Mittal prevedeva impegni per quasi 4 miliardi ma sono arrivati solo quelli (1,8 miliardi) per l’acquisto. E oggi la situazione è decisamente peggiorata, tanto che l’ipotesi dello Stato come soluzione ponte di breve termine non è realistica. Il presidente di Federacciai, Gozzi, ha spiegato che serve un impegno straordinario dello Stato di almeno tre anni e solo dopo sarà praticabile il trasferimento ai privati. Non sarà facile trovare investitori per Taranto, anche in considerazione dell’evoluzione dell’altro polo italiano. Piombino dopo anni di buio sembra poter uscire dal limbo. Gli indiani di Jindal si sono impegnati nel rilancio e addirittura si è materializzato un nuovo investitore con il progetto di Danieli e Metinvest: investimenti per oltre 2,5 miliardi e un sito produttivo da 2,7 milioni di tonnellate l’anno. La curiosità è che questo progetto ha il sostegno e il contributo della Regione Toscana e soprattutto del governo. Forse è eccessivo parlare di concorrenza in casa, ma sicuramente ci sono tre candidati in meno per l’ex Ilva.
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