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Incidenti sul lavoro, patente a punti ma non per tutti
Si applica solo ai cantieri edili e non sradica alcuni conflitti di interesse
Claudio Di Donato 19/04/2024
Incidenti sul lavoro, patente a punti ma non per tutti
Calando nel concreto, la patente a punti per contrastare la piaga degli incidenti sul lavoro, nella tragedia della centrale di Suviana semplicemente non è applicabile e nell’incidente del cantiere di Firenze non è chiaro, ad oggi, quali imprese avrebbero una decurtazione dei punti. Contrastare le morti sui luoghi di lavoro è un obbligo civile ed è evidente che la strada da prendere deve essere quella della prevenzione, piuttosto che una repressione dai tratti folcloristici. Dopo le ultime modifiche alla norma, la patente a punti si applica in via sperimentale solo ai cantieri edili, come se gli incidenti fossero un’esclusiva delle costruzioni. È vero che sono in aumento (da 155 a 209 l’anno) tra il 2019 e il 2022 ma nello stesso arco di tempo l’occupazione ha registrato un incremento di quasi 250mila unità, per cui il rapporto tra incidenti mortali e lavoratori è di fatto stabile. Non significa che il problema non esiste, anzi ogni incidente è una tragedia.
La questione è come rafforzare la sicurezza (prevenzione) e come distribuire le responsabilità (repressione) e in quest’ottica l’introduzione della patente a punti non fornisce risposte efficaci su entrambi i punti. Non solo, la nuova norma mantiene in vita un evidente conflitto di interesse che invece andrebbe sradicato. Il responsabile della sicurezza di un cantiere è nominato dal committente, il cui principale obiettivo sono i tempi di lavorazione ed è acclarato che la tempistica influisce in modo negativo sui carichi di lavoro e sulla qualità dei lavori. Ma questo aspetto rilevante è ignorato dalle norme, anzi aver istituzionalizzato il subappalto a cascata ne accentua le criticità. Il responsabile della sicurezza dovrebbe essere terzo, e non essere retribuito dalla committenza. Altra stranezza delle nuove norme è l’esclusione delle prestazioni di intelletto dal meccanismo della patente a punti. L’errore è umano e può avvenire tanto nella fase di lavorazione quanto nel calcolo o nel progetto. Infine, rimane l’esonero per le imprese che hanno la certificazione Soa (ma solo per le più grandi), che riguarda l’affidabilità tecnica e finanziaria di un’impresa. Ma con la sicurezza non c’entra nulla.
La questione è come rafforzare la sicurezza (prevenzione) e come distribuire le responsabilità (repressione) e in quest’ottica l’introduzione della patente a punti non fornisce risposte efficaci su entrambi i punti. Non solo, la nuova norma mantiene in vita un evidente conflitto di interesse che invece andrebbe sradicato. Il responsabile della sicurezza di un cantiere è nominato dal committente, il cui principale obiettivo sono i tempi di lavorazione ed è acclarato che la tempistica influisce in modo negativo sui carichi di lavoro e sulla qualità dei lavori. Ma questo aspetto rilevante è ignorato dalle norme, anzi aver istituzionalizzato il subappalto a cascata ne accentua le criticità. Il responsabile della sicurezza dovrebbe essere terzo, e non essere retribuito dalla committenza. Altra stranezza delle nuove norme è l’esclusione delle prestazioni di intelletto dal meccanismo della patente a punti. L’errore è umano e può avvenire tanto nella fase di lavorazione quanto nel calcolo o nel progetto. Infine, rimane l’esonero per le imprese che hanno la certificazione Soa (ma solo per le più grandi), che riguarda l’affidabilità tecnica e finanziaria di un’impresa. Ma con la sicurezza non c’entra nulla.
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