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Simion: «Modello Meloni per la mia Romania»

Fabio Dragoni, La Verità, 7 aprile

Redazione InPiù 12/04/2025

Simion: «Modello Meloni per la mia Romania» Simion: «Modello Meloni per la mia Romania» «Questa decisione non è stata un gesto di ostilità. Bensì un forte segnale che molti leader a Bruxelles purtroppo ancora si rifiutano di comprendere. L’Unione europea non può sopravvivere economicamente senza una partnership strategica con gli Stati Uniti. Che ci piaccia o no, la nostra stabilità geopolitica, e le dirò di più, la pace sul continente dipendono da questa partnership essenziale. La Romania con me presidente supporterà un dialogo onesto e leale con Washington. Non uno scontro. Se noi saremo in grado di comprendere l’America faremo progressi e cresceremo. Questa è la mia ferma convinzione». Lo afferma il candidato in pectore dei considervatori per le presidenziali in Romania, George Simion, intervistato da Fabio Dragoni per la Verità del 7 aprile. La prima domanda è forse banale. Ma non diamo per scontato che i lettori italiani conoscano bene la situazione. Quando si vota in Romania e come funziona il vostro sistema elettorale? «Si vota a maggio. Sicuramente in due turni. Se nessun candidato supera il 50% al primo turno, si va al ballottaggio. È un’elezione a suffragio diretto, molto sentita, anche perché la figura del presidente ha un forte impatto sul piano politico e simbolico. Dopo la cancellazione del primo turno a novembre e l’esclusione di candidati importanti, questa è una tornata cruciale per la democrazia romena». Lei sta raccogliendo l’eredità di Călin Georgescu, escluso dalla competizione dopo l’annullamento delle elezioni in cui era arrivato primo. Ed addirittura escluso da questa competizione. Ritiene che questa sia stata una violazione dello Stato di diritto? Oppure va bene così? «Assolutamente sì. Escludere un candidato di punta con largo consenso popolare è stato un atto grave, un colpo alla fiducia nel processo democratico. Non si può parlare di elezioni libere quando lo Stato decide chi può o non può partecipare. È stato un segnale d’allarme non solo per la Romania, ma per tutta l’Europa. Non è solo un’ingiustizia personale: è stata minata la legittimità stessa del voto». E non finisce in Romania. In Francia Marine Le Pen è stata condannata per appropriazione indebita di fondi europei e le è stato vietato di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. Insieme ad altri leader sovranisti, lei ha reagito - su X - a questa scioccante decisione della magistratura francese. «In Europa stiamo assistendo all’affermarsi di un modello in cui alcuni candidati vengono eliminati non per decisione degli elettori, ma per interventi istituzionali. Questa tendenza crescente alla prevalenza del potere giudiziario erode la fiducia dei cittadini e danneggia l’integrità dei sistemi democratici. I tribunali devono essere arbitri della giustizia, e non strumenti di esclusione politica».  (Leggi l'intervista completa sul sito InPiù)
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