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Aravind Srinivas: «Noi i veri rivali di Google. I motori di ricerca diventeranno reliquie»

Michela Rovelli, Corriere della Sera, 8 marzo

Redazione InPiù 09/03/2025

Aravind Srinivas: «Noi i veri rivali di Google. I motori di ricerca diventeranno reliquie» Aravind Srinivas: «Noi i veri rivali di Google. I motori di ricerca diventeranno reliquie» Se deve usare un'immagine per descrivere Perplexity, Aravind Srinivas sceglie un «matrimonio tra Wikipedia e ChatGpt», come spiega in una intervista a Michela Rovelli, pubblicata sul Corriere della Sera di sabato 8 marzo. Il primo e più importante servizio dell'azienda che dirige si può anche definire «l'evoluzione della ricerca online. Perplexity dà risposte dirette e ti dice da dove ha recuperato le informazioni. Ricorrere ai link è stata una scorciatoia. Ma ora non ne abbiamo più bisogno grazie all'intelligenza artificiale». Nato nel 1994 in India, Aravind Srinivas è uno dei tanti talenti del Paese che si sono trasferiti negli Stati Uniti per dare poi un contribuito alla Silicon Valley. Qui è passato dai più importanti laboratori di intelligenza artificiale: «Da DeepMind ho imparato l'arte di avere un obiettivo finale ambizioso, ma di suddividerlo in tappe al limite dell'impossibile, ma possibili. Da OpenAl l'arte di comunicare il tuo lavoro al mondo, per creare entusiasmo». H suo percorso si è poi tradotto nella fondazione di Perplexity AI nel 2022, insieme a Andy Konwinski, Denis Yarats e Johnny Ho. Un'azienda che in due anni ha raggiunto una valutazione di 9 miliardi di dollari grazie a un motore di ricerca conversazionale che sfrutta l'AI generativa. «I motori di ricerca tradizionali rimarranno, ma diventeranno meno rilevanti. Saranno una reliquia. Come Yahoo, che esiste ancora, c'è chi continuerà a usare Google. Ma non sarà l'oggetto che useremo per lavorare e per fare ricerche e approfondimenti. Tutto ciò avverrà altrove». L'obiettivo di Perplexity è costruire un intero ecosistema. Dopo il motore di ricerca, è arrivato l'assistente vocale sugli smartphone Android. Ora il prossimo passo è il browser: si chiamerà Comet e sarà pronto a fine di marzo: «Possiamo essere considerati il vero concorrente di Google. Non è mai successo prima».
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