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Zelensky: «Sì, mi fido di Meloni, ci aiuterà con gli Usa»

Francesco Bechis, Il Messaggero, 10 gennaio

Redazione InPiù 12/01/2025

Zelensky: «Sì, mi fido di Meloni, ci aiuterà con gli Usa» Zelensky: «Sì, mi fido di Meloni, ci aiuterà con gli Usa» Venti uomini in tenuta militare presidiano la hall del Parco dei Principi. Mitra alla mano. Gli altri sono italiani: Polizia, Carabinieri, Servizi. Roma, quartiere Parioli. Nove e mezzo del mattino. Si apre l'ascensore. Sull'attenti: è Volodymyr Zelensky. II presidente ucraino attraversa l'ingresso a grandi falcate. Addosso la mimetica. Una seconda pelle per l'uomo in guerra contro Vladimir Putin da quasi tre anni. Si avvia alla porta e parla al Messaggero di venerdì 10 gennaio, intervistato da Franco Bechis. «Meloni aiuterà l'Ucraina con Trump?». Fa cenno di sì con la testa. Sorride. «Mi fido di lei». Sembra stanco. Gliel'hanno letta in faccia, la stanchezza, i funzionari di Palazzo Chigi che la sera prima lo hanno visto sfilare davanti al picchetto d'onore dei Lancieri di Montebello. Sul tappeto rosso Giorgia Meloni. Un blitz nella Capitale cercato con insistenza dal presidente ucraino. Un po' meno dalla controparte italiana Era sicuro ditrovare qui Joe Biden, atteso per un saluto di commiato all'Italia e la benedizione di papa Francesco prima di liberare lo Studio Ovale per Trump. Gli incendi in California lo hanno costretto al forfait, Zelensky ha insistito per esserci comunque. Volo dalla base americana di Ramstein, in Germania, chiuso l'ultimo vertice degli alleati europei con la promessa di nuove armi e munizioni. Finché Trump non li separi. Poi il vis-a-vis con "Giorgia", come la chiama lui mentre ci parliamo. La leader italiana decisa a fare da ponte con il capo dei Repubblicani tornato alla Casa Bianca. Dunque il passaggio al Quirinale da Sergio Mattarella. È andata bene. Il presidente ucraino lo conferma a questo giornale. «È stato un incontro molto positivo». Tutt'intorno il suo cerchio magico. Zaino in spalla, da un ascensore dell'hotel di lusso dove la notte del 10 giugno scorso Meloni ha brindato con i suoi all'all-in delle elezioni Europee spunta Andrij Yermak, il  capo dell'amministrazione presidenziale. Inamovibile. L'ultima parola è la sua e guai a chi osa contraddirla. Ecco il portavoce Sergey Nikiforov, un metro e novanta, in mimetica come tutto il Zelensky-team. Il presidente riprende. «Ho un ottimo rapporto con il vostro Primo ministro. La ringrazio per tutto il supporto che sta dando all'Ucraina». Glielo ha detto a tu per tu, la sera prima a Palazzo Chigi. Quasi a voler tirare le somme a due anni dal loro primo incontro.
 
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