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Appendino: “Il Movimento non è né di Conte né di Grillo. I due mandati non sono tabù”
Matteo Pucciarelli, la Repubblica, 10 settembre
Redazione InPiù 15/09/2024
Appendino: “Il Movimento non è né di Conte né di Grillo. I due mandati non sono tabù”
«Il M5S non è né di Beppe Grillo né di Giuseppe Conte», dice Chiara Appendino intervistata da Matteo Pucciarelli per la Repubblica del 10 settembre. La ex sindaca di Torino, vicepresidente del Movimento, è uno dei pochissimi esponenti di punta della vecchia guardia rimasta tale anche nel “partito di Conte”. E sembra quasi voler indicare una terza via per il futuro di un soggetto politico oggi spaccato tra fondatore e presidente. Tra i due lo scontro è aperto, si rischia di finire in tribunale. Il M5S è davvero vicino alla scissione? «So solo che sarebbe un fallimento. C’è bisogno di un sano confronto interno per rilanciare battaglie identitarie e ravvivare la voglia di scendere in piazza e l’orgoglio di essere Movimento. Ci serve una spinta propulsiva: politiche innovative e una nuova idea di Paese, non certo spaccature interne e tatticismi di fiato corto». Chi ha ragione tra i due? «Vede, il M5S non appartiene né a Conte né a Grillo ma alla sua comunità. Conte ha avviato un percorso costituente in cui siamo tutti chiamati a prendere la parola». Lei come lo farà? «Credo in questo percorso, voglio dare il mio contributo sui temi di giustizia sociale». Ma lei ritiene che stiate perdendo la vostra “anima”, per così dire? «Abbiamo trasformato in leggi nostre vecchie battaglie: il taglio ai privilegi e ai costi della politica, il reddito di cittadinanza, la Spazzacorrotti, il decreto Dignità, per citarne alcune. Quale altro partito al governo ha mantenuto tante promesse? Adesso dobbiamo rilanciarci con nuove battaglie senza perdere la radicalità che ci ha contraddistinto in questi anni, per cambiare lo status quo. Eravamo, siamo e saremo sempre diversi dagli altri partiti». La leadership di Conte è in discussione? «Ma no, anche perché questo è un dibattito fuorviante, un falso problema. La vera domanda da porci è ridare una nuova identità al M5S. E dobbiamo farlo mantenendo sempre vivo un principio di collegialità». Con Grillo lei si sente? «L’ultima volta che ci ho parlato è quando venne a Torino per il suo spettacolo, a maggio». È favorevole a modificare la regola dei due mandati? «È giusto che una comunità si interroghi sulle proprie regole. Serve un bilanciamento tra due principi: restiamo contrari alla politica di professione, perché siamo diversi dai Gasparri di turno, ma dobbiamo valorizzare meglio persone che hanno maturato un’esperienza importante. Ne va anche del nostro radicamento sul territorio». (Leggi l'intervista completa sul sito InPiù)
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