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Fassina: «Migranti e green: la sinistra cambi»
Sarina Biraghi, La Verità, 9 settembre
Redazione InPiù 14/09/2024
Fassina: «Migranti e green: la sinistra cambi»
Bsw, il partito «rossobruno» e «putiniano» di Sara Wagenknecht che ha vinto in Turingia e Sassonia è davvero la «peggiore sinistra» come l’ha definito Gentiloni? «No, perché non è né rosso-bruno né putiniano, ma è un partito che rimette al centro gli interessi di lavoratrici e lavoratori che sono stati largamente ignorati o colpiti dalla sinistra storica» dice intervistato da Sarina Biraghi per La Verità del 9 settembre, Stefano Fassina, presidente dell’Associazione Patria e Costituzione ma anche economista ed ex viceministro dell’Economia nel governo Letta. Tre i punti di forza di Bsw: immigrazione, green e guerra. «Tre ambiti che riguardano tutti e che devono avere come obiettivo la protezione e la promozione degli interessi dei lavoratori. L’agenda di warfare della maggioranza Von der Layen, non solo quella che l’ha eletta ma quella che include Fdi e parte dei conservatori, colpisce gli interessi dei lavoratori e delle piccole imprese. L’economia di guerra, la Ue “dipartimento civile della Nato globale”, come scrive Wolfgang Streeck, ha come principali vittime i lavoratori. E la sinistra che vuole proteggere questi interessi deve fermare l’escalation militare contro Mosca e riconoscere la necessità di un negoziato. Non a caso la Wagenknecht per sedersi al tavolo con la Cdu ha posto come condizioni lo stop ai missili Usa in Germania e il negoziato con Mosca». I governi progressisti di Londra e Berlino pensano di trasferire gli immigrati fuori confine mentre la nostra sinistra ha criticato l’accordo della Meloni con l’Albania. «Una immigrazione incontrollata incide sulle condizioni salariali e quindi va regolata, tenendo conto che si tratta di persone e che i diritti fondamentali vanno rispettati. La sinistra storica mai è stata “no border”, riconosce il valore dei confini non come muri, ma come condizione di comunità e di solidarietà. Anche Kamala Harris ha rivendicato una linea più rigida sui migranti dal Messico, concordata con i repubblicani al Congresso, bloccata da Trump perché asset di campagna elettorale. Ma è un problema che non va strumentalizzato. Vanno aggredite le cause vere dell’impoverimento della classe media: la regolazione liberista dei mercati globali e del mercato unico europeo. Soltanto con l’immigrazione regolata può esserci integrazione, oltre l’accoglienza. La sinistra deve tornare ad affrontare le cause strutturali delle migrazioni, la colonizzazione economica dell’Africa, in primis, e promuovere il diritto a non emigrare, dal Sud del mondo, oltre che dal nostro Mezzogiorno». Anche il green ideologico fa male ai cittadini? «Certo. Bisogna accompagnare la conversione ecologica con la protezione sociale, non possono esserci tempi o traiettorie diverse, è un unico obiettivo che la politica deve avere. Ripensiamo alle proteste dei trattori: l’Ue non può introdurre standard ambientali rigidi e lasciare l’importazione di prodotti da Stati che quegli standard non rispettano, perché così consenti una competizione al massacro nell’agricoltura, soprattutto per le piccole imprese. Se vuoi migliorare le condizioni dei lavoratori agricoli non puoi immettere nell’Ue Stati che pagano il lavoro 3 euro l’ora». La sinistra italiana ha questa sensibilità? «La sinistra storica in tutto l’Occidente è all’angolo nella rappresentanza del lavoro. Serve ridefinire l’impianto culturale. La France Insoumise è esperienza interessante. Ancor di più Bsw. Noi abbiamo tanto lavoro da fare». (Leggi l'intervista completa sul sito InPiù)
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