Magdi Cristiano Allam: «La guerra degli israeliani è la nostra: se la perdiamo l'Europa verrà sottomessa»
«La guerra degli israeliani è la nostra: se la perdiamo l'Europa verrà sottomessa».
Magdi Cristiano Allam è stato vicedirettore del Corriere della Sera ed europarlamentare, nel 2008 si è convertito al cristianesimo e da vent'anni vive sotto scorta. Nell'ultimo libro, ‘Un miracolo per l'Italia’ (Casa della civiltà), parla di crisi demografica, potere della finanza speculativa, suicidio della civiltà europea. Oggi è anti islamico senza se e senza ma. Ancora di più dopo il raid terroristico del 7 ottobre. Ne parla in un’intervista a
Maurizio Caverzan per
La Verità del 14 ottobre. È stata Hamas a minacciarla vent'anni fa? «Sì, nel marzo 2003 mi aveva condannato a morte per le mie critiche agli attentati terroristi suicidi. Da allora lo Stato italiano, che ringrazio, mi ha dato una scorta affidata all'arma dei Carabinieri. In seguito, in base alle informazioni dei suoi organi, ha deciso di mantenerla». Che cosa sta succedendo in Israele? «C'è una guerra scatenata dal terrorismo islamico, con l'eccidio di bambini, donne e anziani bruciati e decapitati, che ha come scopo la distruzione dello Stato ebraico perché Hamas ritiene che Israele sia un territorio occupato islamico». Il raid di Hamas è immotivato? «Chiariamo che il terrorismo non è mai di natura reattiva, ma sempre di natura aggressiva. Dal 2005 Israele ha abbandonato la Striscia di Gaza, perciò questa non è una guerra giustificabile dall'occupazione di territori». Secondo alcune analisi è il comportamento d'Israele la causa dell'azione di Hamas. «È totalmente infondata la tesi che vede Israele come uno Stato colonialista che avrebbe usurpato i territori dei palestinesi. Israele nasce nel 1948 sulla base di una legittimità internazionale certificata da una risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu che si basa sulla divisione del territorio chiamato Palestina mandataria in due stati: lo Stato ebraico, sottolineo ebraico, e lo Stato arabo, non palestinese. Fino al 1947 il termine palestinese politicamente non esisteva. Nella storia non sono mai esistiti né uno Stato né un popolo palestinese. Sono entrambi concetti contemporanei. Gli ebrei hanno comprato dei territori dai proprietari arabi e ne sono diventati legittimi proprietari». Se al posto di Benjamin Netanyahu ci fosse stato un altro leader l'attacco sarebbe avvenuto ugualmente? «Certo. Non è un'iniziativa di natura politica né territoriale, ma una guerra islamica che attinge dal Corano, che è un testo profondamente antiebraico, e da Maometto che è stato uno stragista degli ebrei». Perché l'azione iniziata da Hamas si chiama «Tempesta Al-Aqsa»? «Al-Aqsa è il nome arabo della moschea che sorge a Gerusalemme. Secondo il Corano, nel 621 Maometto sarebbe arrivato alla moschea Al-Aqsa in sella a un cavallo alato proveniente dalla grande moschea della Mecca, e da lì sarebbe asceso al settimo cielo per incontrare Allah, negoziando con lui il numero di preghiere a cui i musulmani sono tenuti». È il preambolo coranico. «Destituito di ogni fondamento: nel 621 a Gerusalemme non c'era nessuna moschea. La prima struttura di Al-Aqsa risale al 705, ovvero 84 anni dopo». Questa guerra deriva dal fanatismo religioso? «Non è fanatismo perché tutti i musulmani credono che Israele occupi indebitamente la moschea di Al-Aqsa, Gerusalemme, che considerano una città santa islamica, e tutto il territorio dello Stato ebraico». Per questo i terroristi non gridano «libertà per la Palestina», ma «Allah Akbar»? «Esatto. Prima di perpetrare qualsiasi atrocità inneggiano ad Allah, proclamano che è il più grande». Qual è il vero obiettivo di Hamas? O è più corretto parlare di fondamentalisti islamici? «Abbiamo visto che anche i terroristi islamici di Hezbollah libanese sono intervenuti. A sostegno di entrambi, Hamas ed Hezbollah, l'Iran ha detto chiaramente che si arriverà al trionfo sul regime sionista. Ovvero a eliminare Israele dalla carta geografica». (
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