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Cuperlo: Bene le battaglie sociali ma non bastano, serve un progetto come fece l'Ulivo

Carlo Bertini, La Stampa, 24 luglio

Redazione InPiù 29/07/2023

Cuperlo: Bene le battaglie sociali ma non bastano, serve un progetto come fece l'Ulivo Cuperlo: Bene le battaglie sociali ma non bastano, serve un progetto come fece l'Ulivo Le battaglie sociali vanno bene ma non bastano, serve un progetto per il Paese sul modello Ulivo. Lo afferma Gianni Cuperlo, uno dei leader della sinistra dem intervistato da Carlo Bertini per La Stampa del 24 luglio. «Penso che chi dirige abbia il diritto di scegliere le persone da impegnare in ruoli e funzioni diverse», sottolinea  Cuperlo rispetto alla decisione di Elly Schlein di sostituirlo alla presidenza della Fondazione del Pd con Nicola Zingaretti. Una scelta che ha fatto rumore nel partito, interpretata anche come un tentativo della segretaria di ricucire un rapporto con i maggiorenti del partito, attraverso i buoni uffici dell’ex segretario del Pd. Ma rispetto alla sua impostazione, condivide l’obiettivo che si è dato Zingaretti di coinvolgere i big del partito nella fondazione? Non si rischia di essere un secondo organismo con ambizioni dirigenti per commissariare la segretaria? «Non mi sembrerebbe una scelta sensata. I nostri limiti sono nell’incapacità di aprirsi al buono che sta fuori da noi e dunque meglio non riprodurre vecchi caminetti». Schlein ha un problema di scarso dialogo con i dirigenti delle varie correnti? «Non penso, anzi credo conosca bene il valore del dialogo e dell’apertura. Casomai è il Pd prima di lei a non averli coltivati abbastanza. Ricordo che la prima iniziativa della Fondazione sono state tre giornate bolognesi dedicate al mondo per come cambiava. Era novembre del 2019, attendevamo cinquecento persone, ne arrivarono quattromila e il motivo era che a ragionare in quella sede avevamo chiamato la parte di società che da anni il Pd non ascoltava più. Economisti, storici, politologi, giuristi, scienziati, teologi, i vertici dei sindacati e dell’impresa, scrittori, rappresentanti del civismo e della cittadinanza attiva. Il punto è che il successo di quell’evento ha segnato anche la sua rimozione, nel senso che percorrere quel sentiero pareva insidiare ruoli e rendite di posizione». Dovreste subito lavorare per stringere alleanze o ci si pensa dopo le Europee? «Se guardo alla battaglia sul salario minimo o alla difesa della sanità pubblica, rispondo che siamo sul sentiero giusto. Poi so che non basta, perché un’alternativa è vincente se ritenuta credibile e per esserlo deve accompagnare a forti battaglie sociali una riscossa etica, un’immagine coinvolgente del paese che si ha in mente. Al fondo l’Ulivo fu questo e non è un caso che vinse». 
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