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Curcio: «Per l'emergenza nazionale serve tempo. Lavoriamo sulla prevenzione»

Mario Sensini, Corriere della Sera, 27 luglio

Redazione InPiù 29/07/2023

 Curcio: «Per l'emergenza nazionale serve tempo. Lavoriamo sulla prevenzione» Curcio: «Per l'emergenza nazionale serve tempo. Lavoriamo sulla prevenzione» «È normale che occorra un po’ di tempo per definire la dichiarazione di uno stato di emergenza nazionale. Al di là degli eventi che hanno creato situazioni drammatiche e perdite di vite umane, come è accaduto in questi ultimi Giorni, dobbiamo verificare l’impatto e le conseguenze strutturali che hanno avuto il maltempo al Nord e gli incendi al Sud sulla popolazione, le attività produttive, le infrastrutture». Lo afferma Fabrizio Curcio, capo del dipartimento di Protezione civile, intervistato da Mario Sensini per il Corriere della Sera. «Quali passaggi servono per determinare lo stato di emergenza nazionale, e cosa comporta all’atto pratico? «Con la dichiarazione dello stato di emergenza, in generale, si permette l’utilizzo di poteri straordinari per la gestione delle conseguenze determinate dalle calamità, si stanziano le prime risorse finanziare e si può prevedere la concessione di ristori alla popolazione e alle imprese. Prima di attivarla, però, bisogna circoscrivere i territori in cui si sono avuti i danni strutturali e quelli dove si sono verificati e si prevedono disagi alla popolazione, e dovremo arrivare ad una stima del danno. Poi dovremo fare dei sopralluoghi nei territori colpiti ed un’istruttoria. Sono valutazioni che facciamo insieme al territorio, alle Regioni, per capire anche quali dovranno essere gli strumenti per intervenire. Gli eventi atmosferici estremi stanno mettendo sotto pressione le Protezioni civili regionali e quella nazionale. E l’estate è ancora lunga: dobbiamo restare attenti e prudenti, ma soprattutto adeguare i nostri comportamenti. Qui si discute dei cambiamenti climatici, ma gli eventi accadono e c’è bisogno di dare risposte». E’ un po’ così anche sulla prevenzione, se ne parla da sempre, ma si fa poco. «Bisognerebbe intanto smettere di parlare di prevenzione solo quando ci sono le emergenze. La prevenzione deve essere un’attività costante, continua, si deve fare nelle scuole e deve far parte della nostra quotidianità. Dobbiamo crescere molto, come Paese, su questo aspetto».
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