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Crosetto: Pnrr, le imprese diano garanzie allo Stato

Federico Capurso, La Stampa, 21 luglio 2023

Redazione InPiù 21/07/2023

Crosetto: Pnrr, le imprese diano garanzie allo Stato Crosetto: Pnrr, le imprese diano garanzie allo Stato Sulla Stampa di venerdì 21 luglio Federico Capurso intervista il ministro della Difesa Guido Crosetto, non nasconde i timori per i difficili equilibri che l’Italia sta inseguendo dentro e fuori dai confini nazionali, pur cogliendo le opportunità che si aprono per il nostro Paese. C’è un «necessario protagonismo dell’Italia nel Mediterraneo, qui giochiamo un ruolo fondamentale», sottolinea, ma dietro alle luci del caso Zaki restano ancora le ombre del caso Regeni «che va risolto – dice – con l’Egitto, non contro l’Egitto». E allo stesso modo restano vive le tensioni interne sulla giustizia, così come sul Pnrr, su cui la Lega continua a mostrare perplessità, ma che «deve trasformarsi in opere e interventi utili per il futuro del Paese ed è importante – ripete più volte – tutelare al meglio lo Stato e i cittadini in questo sforzo». Pare si sia sbloccata la terza rata del Pnrr. Ma quali tutele crede sia necessario introdurre? «Nulla di trascendentale, ma – ad esempio – inserire delle fideiussioni quando si finanziano opere pubbliche. In questo modo, se le imprese non saranno in grado di terminare le opere nei tempi stabiliti, la responsabilità non sarà dello Stato, ma di chi ha sbagliato». Non c’è il rischio, in questo modo, che le gare vadano deserte o che finisca con una pioggia di ricorsi? «In tutti i paesi, anche da noi, si chiede una fideiussione a garanzia del rispetto dei tempi. È una sfida troppo grande per accollare rischi solo allo Stato. Rischieremmo di farlo saltare». Sul fronte interno, si continua a discutere anche di giustizia. Lei è convinto della scelta di abolire il reato di abuso d’ufficio? «Ho deciso che sulla giustizia, non occupandomene in prima persona, delego il mio voto e il mio pensiero a ciò che decide Carlo Nordio, perché mi fido di lui. È una delle persone di cui ho più stima e fiducia nel Paese e non vado a sindacare una virgola di quello che lui dice». Neanche quando mette in discussione il reato di concorso esterno in associazione mafiosa? «Quello che Nordio pensa sul concorso esterno lo dice da vent’anni. Qualunque cosa rispondessi, alimenterei delle polemiche e non voglio farlo». Sul fronte giudiziario, invece, è arrivata la conferma dell’iscrizione di Daniela Santanché nel registro degli indagati. Si apre ora una questione di opportunità politica sul suo ruolo di ministro? «Sono garantista. Un avviso di garanzia per me non conta nulla, è solo a tutela dell’indagato. Se iniziamo a far dimettere i ministri quando un magistrato manda avvisi di garanzia, in un paio di settimane ci presteremmo a una distorsione del sistema giudiziario e del suo corretto rapporto con la politica, il Parlamento e il governo che non va bene. Parlamento, governo e magistratura sono ordini indipendenti e sovrani e tali devono restare. Purtroppo, conosco bene i modi con cui vengono utilizzati talvolta i poteri straordinari che lo Stato affida a chi deve tutelarlo». 
 
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