Crosetto: “Ursula-bis? Il rapporto è positivo. Noi diversi da Le Pen, strade divise da tempo”
In Europa c’è un clima favorevole alla formazione di un Ursula-bis. Così il ministro della Difesa,
Guido Crosetto, intervistato da
Tommaso Ciriaco per
la Repubblica del 5 luglio. Ministro Guido Crosetto, proponete da mesi un’alleanza tra Popolari e Conservatori per la nuova Commissione. I sondaggi dicono altro: il blocco maggioritario sarà quello della “maggioranza Ursula”, dai socialisti ai popolari. Vi aggiungerete a questo schema politico o ne resterete fuori? «La fondazione stessa di Fratelli d’Italia dimostra che non fai vivere un progetto avendo la sicurezza di arrivare primi alle elezioni, ma perché credi che sia importante farlo. Ma partiamo dall’inizio: quella che ha eletto Ursula von der Leyen è stata una maggioranza tecnica, non politica. Nata per necessità, in vitro, ha messo insieme storie politiche diverse. Questa maggioranza si è sclerotizzata e ha creato uno strano meccanismo, probabilmente involontario: una maggioranza ibrida che non ha più bisogno dei voti dei cittadini ma che raccoglie il consenso in base a opzioni politiche molto diverse e poi lo trasferisce in un unico calderone autoreferenziale». E quindi? «Bisogna andare oltre quella maggioranza e superarla perché l’effetto che si è creato è un distacco tra l’Ue e i suoi cittadini e popoli. I governi tecnici, non votati da nessuno, molto spesso alimentano situazioni di conflittualità sociale. Il progetto di Meloni e il nostro ingresso nei Conservatori nasce con questo obiettivo: permettere un’alternanza tra visioni politiche diverse, alternanza che si è persa per strada con danni per tutti». Ministro, nel 2019 si è trattato di un compromesso politico. E probabilmente ne servirà un altro nel 2024: insisto, siete disposti a ragionare di intese più larghe? «Il nostro progetto parte per mettere insieme popolari e conservatori. È un’idea rivoluzionaria che obbligherebbe l’intero sistema politico europeo a una evoluzione positiva. Se poi non sarà possibile, se mancheranno i numeri, allora - partendo da questa base - ragioneremo di un allargamento. Ma è inutile farlo o cercarlo oggi. Se servirà, lo si farà. A bocce ferme». Invece è assai utile. Serve a fare chiarezza. Ad esempio, è possibile per voi includere anche Marine Le Pen e gli estremisti tedeschi dell’Afd, come propone Salvini? «Ad oggi il progetto comprende un’alleanza tra conservatori e popolari. E questo perché si tratta di un progetto politico chiaro. Abbiamo valori in comune e possiamo trasformarli in ricette politiche comuni. Io lo immagino come un percorso serio e tra forze politiche che trovano una loro armonia e un loro equilibrio». Per essere ancora più chiari: Identità e democrazia, il gruppo europeo di Salvini, ospita francesi e tedeschi su posizioni nostalgiche, islamofobe, anti immigrati. E sono ostili all’Ucraina e contrari all’invio di armi. Potete governare con loro? «È ovvio che, su temi così importanti, ad esempio sulla guerra in Ucraina, serve unità e chiarezza. Sono scelte strategiche rilevanti e non si possono fare sconti a nessuno. Ma ritengo anche che la prossima Commissione Ue non corra rischi di eccessivi sbandamenti». Li immagina fuori dall’alleanza? «Noi apparteniamo ad un altro gruppo e siamo diversi, come è noto. Ed è una scelta, la nostra, fatta tanti anni fa». E invece Salvini potrebbe entrare nella maggioranza con conservatori e popolari? «Ho sempre detto che la Lega è il partito che più mi ricorda la Csu tedesca». Se lei apre a Salvini e sembra chiudere a Le Pen e Afd, cosa pensa un liberale come lei di Macron? È ostile a un’intesa post elettorale col gruppo del Presidente francese? Lui è contrario a un patto con voi. «Parto dall’idea di vincere con Popolari e Conservatori alleati e uniti. Le dico anche che i liberali in Europa non sono quelli italiani. Non tutti, almeno…».
Leggi l'intervista completa sul sito InPiù