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Ece Temelkuran: “Bugie e deepfake in Rete, Erdogan nutre la paura”

Gabriella Colarusso, la Repubblica, 10 maggio

Redazione InPiù 12/05/2023

Ece Temelkuran: “Bugie e deepfake in Rete, Erdogan nutre la paura” Ece Temelkuran: “Bugie e deepfake in Rete, Erdogan nutre la paura” «Se tutto può diventare vero, nulla più lo è, e in questo limbo della verità «si annida l’autoritarismo». Lo afferma Ece Temelkuran, una delle più brillanti scrittrici turche, intervistata da Gabriella Colarusso per la Repubblica del 10 maggio. Nel 2016, dopo il tentato colpo di Stato, ha lasciato il Paese per sfuggire alla repressione che ne è seguita, come altri intellettuali della sua generazione. È stata tre le prime a mettere in guardia l’Europa sull’involuzione “autoritaria” del suo influente vicino, che il 14 maggio affronterà un test politico decisivo: Erdogan è testa a testa nei sondaggi con il suo sfidante, Kemal Kilicdaroglu. In Turchia sono giorni di manifestazioni e comizi, due schieramenti politici si confrontano liberamente: una normale dialettica democratica, si direbbe, non certo una dittatura. «In Europa molti pensano che i regimi nascano con i “cattivi” che arrivano al potere picchiando gli oppositori e cambiando la realtà in una notte. Le cose oggi sono diverse. I poteri autoritari si nutrono della confusione. La verità di per sé è molto potente, ma quando incrocia la confusione, l’esitazione e anche una certa compiacenza dei cittadini, diventa sfocata ed è il momento in cui viene sostituita dalle bugie. E il potere autoritario punta sulla confusione usando i social media, i deep fake e altri strumenti high tech. La verità resta sola, e chi la difende viene ridicolizzata». Da sempre il potere cerca di controllare il discorso pubblico. Cos’è cambiato? «Se controlli il 95% dei media mainstream una palese menzogna può essere trasformata in verità nel giro di una notte. Le faccio degli esempi. Poco tempo fa il ministro dell’Interno turco ha detto che le persone Lgbt sposano gli animali e le persone Lgbt si sono trovate a dover provare che non stanno veramente sposando gli animali. In una recente manifestazione a Istanbul, oceanica, Erdogan ha mostrato un video editato in cui membri del Pkk (il partito dei lavoratori curdo considerato organizzazione terroristica da Turchia, Usa e Ue, ndr) applaudivano Kilicdaroglu. Ovviamente non era vero». Il presidente ha accusato Kilicdaroglu di essere un “ubriacone” e l’opposizione di “essere pro-Lgbtq” come fosse un pericolo. Perché lo fa, a chi parla? «Potremmo dare diverse risposte politiche e psicologiche, ma di base lo fa perché può farlo, nessuno lo ferma. Due giorni fa una manifestazione dell’opposizione in cui doveva parlare il sindaco Imamoglu, a Erzurum, è stata attaccata con le pietre, ci sono stati feriti, e subito dopo i sostenitori del presidente, ministri e spin doctor compresi, si sono riversati sui social affermando che fosse un atto contro il loro partito, l’Akp. Quando la realtà di fronte ai tuoi occhi è così offuscata, cominci a dubitarne». In Turchia molti definiscono queste elezioni storiche. Qual è la posta in gioco? «La scelta tra autoritarismo e democrazia, certo, ma nel profondo è uno scontro tra amore e paura. Erdogan mantiene il potere usando la politica della paura. Dall’altro lato c’è una coalizione molto eterogenea, fatta di forze politiche diverse che però hanno deciso di “amarsi” e di tollerarsi per sbarazzarsi della paura». 
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