Versione stampabile Riduci dimensione testo Aumenta dimensione testo

Cacciari: “Se gli elettori disertano le urne c'è un problema di legittimità del voto”

Andrea Malaguti, La Stampa, 16 febbraio '23

Redazione InPiù 17/02/2023

Cacciari: “Se gli elettori disertano le urne c'è un problema di legittimità del voto” Cacciari: “Se gli elettori disertano le urne c'è un problema di legittimità del voto” “Se gli elettori disertano le urne c’è un problema di legittimità del voto”. Lo afferma Massimo Cacciari intervistato da Andrea Malaguti per La Stampa del 16 febbraio. Professor Cacciari, l’Italia si è definitivamente melonizzata? «Assolutamente no». Ha vinto a mani basse. «Veramente il dato eclatante, sul quale non ci si sofferma con la necessaria radicalità, è la dimensione, questa sì straordinaria, dell’astensionismo. Come si fa a dire che l’Italia si è melonizzata se nelle due regioni più importanti del Paese va a votare un avente diritto su tre? Un fenomeno di portata talmente rilevante da porre un problema di legittimità del voto». Ha vinto ma non vale? «Ovvio che vale. Il punto non è la legittimità formale, ma quella politica sostanziale. Che cosa faremo quando si recheranno alle urne solo i candidati?». Un paradosso? «Una tendenza. Se fossi un leader che ha vinto in queste condizioni direi: considerato lo scollamento tra la domanda e l’offerta politica, sento questo mio successo come infondato e mi adopererò perché in futuro non capiti più». Scenario angosciante. Ma perché la fuga dalle urne? «In questo caso perché non c’era partita. La sinistra non esiste. E la gente non va allo stadio se sa già il risultato». Enrico Letta ha spiegato al New York Times che Meloni stupisce tutti per scelte e capacità. «Avrà stupito lui che abitava altrove». Feroce. «Meloni cresce da anni. Nella sua alleanza è stata brava a superare e a mettere all’angolo non tanto le posizioni fasciste, quanto quelle salviniane, che, per quello che mi riguarda, sono molto più indigeribili. E ha anche dimostrato la capacità di superare le contraddizioni con i poteri forti europei. Per altro, a differenza del Pd, è riuscita a dare struttura e organizzazione al suo partito». Secondo il sottosegretario Fazzolari il segreto di Meloni sarebbe un altro. «Cioè?». Lo ha svelato orgogliosamente al Foglio: gli Usa e la Cia stanno con la premier. «Al massimo è la premier che sta con gli Stati Uniti e con la Cia. Ma questo va da sé. Un paese che non è leader in Occidente con chi vuole che stia?». Con la Nato, gli Usa e l’Ucraina senza sè e senza ma? «Esatto. Il ragionamento di Meloni è fatto al 70% di realismo e di pragmatismo. Poi mi auguro che, sottotraccia, anche la premier cerchi di vedere se esistano margini per uscire dalla crisi prima del disastro». Nucleare? «Secondo lei?». Vede una soluzione? «Il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina e contestualmente un referendum in Crimea e Donbass sorvegliato dall’Onu. Fine. Tra i diritti umani non esiste anche quello dell’autodeterminazione dei popoli?».
Leggi l'intervista completa sul sito InPiù
Pubblica un commento
Per inserire un nuovo commento: Scrivi il commento e premi sul pulsante "INVIA".
Dopo l'approvazione, il messaggio sarà reso visibile all'interno del sito.