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Danilov: “Siamo pronti a una nuova offensiva ma la guerra non durerà. Putin è in un angolo”

Paolo Brera, la Repubblica, 2 febbraio 2023

Redazione InPiù 03/02/2023

Danilov: “Siamo pronti a una nuova offensiva ma la guerra non durerà. Putin è in un angolo” Danilov: “Siamo pronti a una nuova offensiva ma la guerra non durerà. Putin è in un angolo” Kiev — Sul lungo tavolo nell’ufficio del segretario del “Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa” Oleksiy Danilov — uno degli uomini più vicini al presidente Zelensky, titolare di dossier come i rapporti con gli oligarchi e la lotta alla corruzione, oltre alla guerra (intervistato da Paolo Brera su Repubblica di giovedì 2 febbraio) — c’è una grande scacchiera. La prima mossa è sbagliata: pedone nero in e5. «Sa giocare, Danilov?» — lo stuzzichiamo all’inizio di una lunga intervista, la prima alla stampa italiana dall’invasione — Muove il bianco, poi c’è la controffensiva. «Gioco da quando avevo 4 anni: se attacca il nero — replica sorridendo — vuol dire che il mondo e tutte le sue regole sono cambiate. E noi non ci lasciamo sorprendere». Avete perso molti soldati. La Russia può reclutarne per anni: con meno pedine alla fine si perde, no? «La guerra non durerà cinque o dieci anni. Il mondo oggi è rapido. Nel 2024 ci saranno elezioni in molti Paesi, e la campagna elettorale inizierà già la prossima estate. Anche la nostra guerra parteciperà, in modo indiretto: voglio vedere coi miei occhi chi dirà di sostenere Putin, negli Usa o in Gran Bretagna o negli altri Paesi. E ci sono molti altri elementi che influiscono sulla guerra, e tutto quello che accade nel mondo è collegato: Putin si è chiuso da solo nell’angolo morto». Attaccando l’Ucraina? «Non solo. Dal 2003 sogna di rinnovare l’impero, e noi stiamo vivendo le conseguenze di questa sua follia. La Russia è già abbastanza grande, Putin aveva tantissimo lavoro da fare lì per costruire il suo Stato, ma invece di gestire questo territorio immenso ha scelto di attaccare altri Paesi. Hanno ancora le case con i bagni in strada, però si occupano di noi». Quanti sono i morti e i feriti ucraini? «Sono dati segreti. La fase più difficile è stata la primavera dell’anno scorso, ora sono molto diminuiti». Però avete ammesso che a Bakhmut è “molto dura”. «Oggi è la situazione più difficile, ma per ogni ucraino ucciso ci sono sette morti russi. Il coefficiente è 7:1, ma a loro non importa: li spediscono all’assalto a ondate». Anche le vostre perdite sono ingenti, e il reclutamento fa molto discutere gli ucraini. Non tutti sono pronti a imbracciare il fucile. «La Russia ha fatto una grande campagna informativa per diffondere fake sulla nostra mobilitazione. Vogliono descrivere la nostra situazione come terribile. Hanno coinvolto una grande quantità di rappresentati dei mass media occidentali. Hanno collaboratori che scrivono nei Paesi europei. Uno di quelli in cui sono più presenti è la Spagna, noi conosciamo bene tutta questa gente, sappiamo di cosa si occupano questi collaboratori della direzione numero “1” del Fsb, i servizi russi. La mobilitazione c’è da febbraio 2022 e procede secondo programma. Vicino a noi c’è un centro di reclutamento e ci sono code ogni mattina». 
 
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