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Alberto Simoni, La Stampa, 15 gennaio
Redazione InPiù 15/01/2021

Cosa farà la leadership repubblicana? «L’attuale numero uno al Senato Mitch McConnell non convocherà più i colleghi. Poi dopo il 20 toccherà alla nuova maggioranza democratica scegliere come gestire l’iter dell’impeachment. Così facendo McConnell spera di “congelare l’effetto Trump”. Ma l’esito di questa strategia è incerto. Poiché non sappiamo quanti fra deputati e senatori sono disposti a prendere le distanze da Donald Trump. Ci sono tanti deputati che temono di perdere il proprio seggio quando si tornerà a votare nelle elezioni di Midterm del 2022. Non dimentichiamo che ci sono 70 e passa milioni di elettori che hanno scelto Trump in novembre e che il vento anti-establishment non accenna a calare come testimoniano gli ultimi accadimenti». Molti di questi fan si sono scagliati contro le piattaforme social che hanno “bannato” Trump. Era giusto farlo? «È stato legittimo, non c’è stata alcuna discriminazione nei confronti di Trump. Parliamo di un settore privato che ha norme proprie e le ha applicate. Detto questo quanto accaduto solleva una questione enorme». Quale? «Twitter e Facebook hanno troppo potere e questo è un danno potenziale per la democrazia». Perché? «L’arbitrarietà della decisione. Trump in molte occasioni negli ultimi quattro anni ha diffuso fake news e seminato disinformazione pericolosissima per il Paese. I vertici dei social network potevano agire anche prima eppure hanno atteso che l’aria a Washington cambiasse. Si sono mossi quando al potere sono arrivati democratici. E poi perché Twitter non ha riservato lo stesso trattamento ad altri controversi leader come Khamenei?» Dove sta l’errore? «Facebook e Twitter si muovono in un regime di sostanziale monopolio. Servono regole più restrittive per il settore. Come in Europa». Anche in Europa i social media dilagano e la politica ne è influenzata, non crede? «Non come qui. Gli Usa vivono in perenne campagna elettorale, si vota ogni biennio, e c’è un panorama fatto di social, siti e tv via cavo, News max e Fox, che si confrontano ferocemente ogni attimo a colpi di news. Tutto ciò ha creato un clima terribile per la democrazia».
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