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Decreto sicurezza: la relazione del Massimario della Cassazione

E' il documento di una specie di ufficio studi che fotografa lo stato della dottrina

Luciano Panzani 30/06/2025

Decreto sicurezza: la relazione del Massimario della Cassazione Decreto sicurezza: la relazione del Massimario della Cassazione L’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha redatto una relazione sul c.d. decreto sicurezza, recentemente approvato dal Parlamento e convertito in legge. Secondo le notizie di stampa la Relazione avrebbe affermato che la nuova legge apre la strada a una "possibile violazione di plurimi principi di costituzionalità in materia penale" oltre a presentare numerose "criticità " sia sul fronte del metodo sia per quanto riguarda il merito delle misure contenute nel provvedimento. Il Ministro della Giustizia Nordio si sarebbe dichiarato “incredulo”, mentre l’opposizione avrebbe trovato conferma alle critiche avanzate in Parlamento. Vi è un evidente equivoco. L’Ufficio del Massimario non è la Corte di Cassazione, che pronuncia le sue sentenze soltanto tramite i collegi giudicanti delle sezioni semplici e delle sezioni unite. Si tratta invece di un Ufficio che svolge attività ausiliaria e di servizio al lavoro giurisdizionale e che può sostanzialmente essere equiparato ad un Ufficio Studi. Sul sito della Cassazione si legge che compito istituzionale dell'Ufficio del Massimario è l'analisi sistematica della giurisprudenza di legittimità, condotta allo scopo di creare le condizioni di un'utile e diffusa informazione (interna ed esterna alla Corte di cassazione), necessaria per il miglior esercizio della funzione nomofilattica. Semplificando, il Massimario redige le “massime” delle sentenze, sintesi abbreviata in poche righe di ciò che è stato deciso da altri. Inoltre predispone relazioni su novità legislative, e approfondimenti scientifici e relazioni tematiche; studi di rilievo comparatistico; rassegne di giurisprudenza.
 
La relazione sul decreto sicurezza rientra in questo tipo di studi. E’ piuttosto corposa, non esprime quasi mai rilievi propri sulle norme, limitandosi a “fotografare” lo stato della dottrina, riportando i commenti che vari studiosi hanno pubblicato in sede scientifica, commenti peraltro che hanno una forte componente critica, prima ancora che sul piano politico della critica delle scelte, sul piano dei difetti tecnici di redazione delle norme. Alcuni rilievi sono peraltro oggi scarsamente significativi. Così, ad esempio, ha portata limitata chiedersi se sussistessero i requisiti di necessità ed urgenza per l’emanazione del decreto legge da parte del Governo nel momento in cui il Parlamento l’ha ormai convertito in legge.  La Relazione del Massimario è utilissima perché mette ogni magistrato o avvocato in condizioni di valutare tutti i problemi che le nuove norme pongono, di risalire ai commenti pubblicati e di affrontare in modo documentato i casi nuovi. Evitiamo per favore di mettere nel tritasassi politico-mediatico anche l’Ufficio del Massimario.
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