L'Italia accetta il 5% di spese per la difesa

L'Italia accetta il 5% di spese per la difesa Il governo accetta l’obbiettivo di portare le spese per la difesa al 5% dall’attuale 2%, come richiesto dalla Nato il cui vertice si tiene domani e mercoledì all’Aia. Lo ha confermato questo pomeriggio la premier Meloni alla Camera. E’ un impegno gravoso per il nostro Paese: oltre 100 miliardi l’anno contro gli attuali 40. Tuttavia i maggiori costi si potranno spalmare in 10 anni e si comporranno di un 3,5% di spese militari vere e proprie (certificate dalla Nato) e di un 1,5 di “spese per la sicurezza” su cui i singoli Paesi avranno maggiore autonomia e che potranno comprendere anche investimenti infrastrutturali (per esempio il Ponte sullo Stretto) se utilizzati anche per scopi militari. Inutile dire che l’annuncio di Meloni accentuerà la polemica delle opposizioni pacifiste.
 
Per il resto, la premier non ha criticato esplicitamente l’intervento Usa in Iran, limitandosi a dire che “non ci sfuggono i potenziali enormi rischi derivanti da un’ulteriore destabilizzazione di una regione già molto provata", e ha confermato che le basi italiane non sono state utilizzate dagli aerei Usa per l’attacco. Quanto a Gaza, Meloni ha invocato il cessate il fuoco, sostenendo che l’intervento israeliana ha assunto “forme inaccettabili”. Infine, la premier ha detto che cercherà il dialogo con le opposizioni. Non sarà facile. Faraone (Iv) ha detto a caldo che Meloni ha confermato che l’Italia non conta nulla sul piano internazionale.
 

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