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Se l'Antitrust si politicizza

Gli interventi americani all'International Competition Network

Alberto Pera 14/05/2025

Se l'Antitrust si politicizza Se l'Antitrust si politicizza Gli ultimi trent’anni sono stati caratterizzati da una crescente collaborazione tra le autorità antitrust dei paesi delle diverse aree geografiche: collaborazione che è stata istituzionalizzata nel 2001 dalla creazione dell’International Competition Network a cui ormai partecipano oltre 140 Autorità di 130 paesi. In questo contesto, le Autorità dei paesi con una più lunga tradizione, specie quelle americane ed europee, giocano solitamente un ruolo importante nell’organizzazione e nelle discussioni. Al recente incontro di quest’anno, però, i funzionari del FTC e del Dipartimento di Giustizia, gli organismi che negli USA applicano la normativa, erano del tutto assenti nei diversi panel: un primo grave segno di disimpegno. Invece i vertici della FTC Ferguson e l’Assistent Attorney General Gail Slater, in due momenti a loro dedicati, hanno fatto interventi alquanto sorprendenti, sia per i modi che per i contenuti.
 
Entrambi hanno rivendicato la loro appartenenza politica e il conseguente allineamento della loro azione agli obiettivi politici del Presidente Trump. Significativa l’affermazione di Ferguson che l’antitrust è in primo luogo finalizzato al benessere dei lavoratori: chiara indicazione dell’orientamento settoriale dell’intervento a favore delle imprese degli Stati che rappresentano la constituency del Presidente. Non meno significativa la critica radicale dell’impostazione regolatoria europea, specie nel settore digitale: l’antitrust dovrebbe essere l’unico strumento di intervento nei mercati, anche se la sua applicazione richiede normalmente tempi molto lunghi, incompatibili con la velocità dei cambiamenti nel settore: e infatti Gail Slater ha voluto fare il punto su casi digitali che stanno avviandosi ad una prima conclusione (seguiranno poi i ricorsi…) dopo almeno cinque anni dal loro inizio. Ma il punto centrale, specie per la FTC, un’agenzia per cui la legge prevede spiccate caratteristiche di indipendenza, è stata appunto la rivendicazione della appartenenza politica. Con toni che non si erano mai sentiti in tempi recenti. Questa rivendicazione “politica” è destinata ad avere conseguenze? Fortunatamente non in Europa, in cui l’indipendenza delle Autorità di Concorrenza è stabilita dalle norme UE: ma in altri paesi, come il Messico, l’indipendenza della cui Autorità ha addirittura rango costituzionale, vi sono stati interventi per consentire una maggiore influenza del governo. La Presidente dell’Autorità Messicana è stata eletta quest’anno alla Presidenza dell’ICN: forse un segno di solidarietà e di larvata protesta da parte dei suoi colleghi.
 
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