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L'impugnazione della legge toscana sul fine vita

Da anni la Corte Costituzionale esorta il Parlamento a legiferare

Luciano Panzani 12/05/2025

L'impugnazione della legge toscana sul fine vita L'impugnazione della legge toscana sul fine vita La decisione del Governo di impugnare alla Corte Costituzionale la legge della Regione Toscana sul fine vita ha suscitato vivaci polemiche. Va ricordato che la Regione aveva approvato questa legge per porre rimedio, a livello regionale, al fatto che nonostante i numerosi inviti della Corte Costituzionale a regolare con legge statale il diritto di porre fine alla propria vita delle persone affette da malattia senza speranza che comporti sofferenze indicibili, ancora il Parlamento non ha provveduto. Con la recente sentenza 135/2024 la Corte Costituzionale ha ribadito “con forza l’auspicio, già formulato nell’ordinanza n. 207 del 2018 e nella sentenza n. 242 del 2019, che il legislatore e il servizio sanitario nazionale intervengano prontamente ad assicurare concreta e puntuale attuazione ai principi fissati da quelle pronunce”. Li possiamo riassumere usando le stesse parole della Corte: l’interruzione della vita è lecita nel caso di “una persona (a) affetta da una patologia irreversibile e (b) fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che trova assolutamente intollerabili, la quale sia (c) tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale, ma resti (d) capace di prendere decisioni libere e consapevoli”, sempre che – a tutela dei soggetti deboli e vulnerabili – le condizioni e le modalità di esecuzione della procedura siano state verificate, nell’ambito della «procedura medicalizzata» di cui alla legge n. 219 del 2017, da una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.
 
Le Regioni hanno competenza concorrente in materia di tutela della salute, nell’ambito dei principi fondamentali che vanno fissati dallo Stato. Il diritto a porre fine alla propria vita per le persone che si trovino nelle condizioni fissate dalla Corte Costituzionale già esiste. Si può discutere se, in assenza di una legge statale di attuazione, le Regioni già possano intervenire. Personalmente ritengo di si, ma la materia è obbiettivamente difficile e controversa. L’impugnazione del Governo non è un atto eversivo ed aiuterà a far chiarezza. Ancora di più aiuterebbe un impegno concreto di tutte le forze politiche ad approvare una legge il cui contenuto è già nelle sentenze della Corte Costituzionale.
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