Per la difesa Ue si attende il vertice Nato

Per la difesa Ue si attende il vertice Nato Ormai è chiaro che per il futuro della difesa europea sarà decisivo il prossimo vertice Nato dell’Aja in giugno, dove si definirà l’obbiettivo di spesa dei Paesi europei: tra il 2% attuale e l’impossibile 5% chiesto da Trump probabilmente si arriverà attorno al 3%. Per noi italiani significherebbe un aumento dell’1,5% circa (una trentina di miliardi l’anno). Proprio l’obbiettivo fissato dal Libro Bianco sulla difesa Ue in deroga al Patto di stabilità in 4 anni. Se tutti i Paesi Ue aumentassero la propria spesa militare dell’1,5% del Pil, arriveremo ai famosi 650 miliardi di maggiore spesa. Poi ci sono i 150 miliardi di prestiti europei che andranno a progetti di difesa congiunti di due o più Paesi. Poi i prestiti Bei e l’InvestUe per garanzie Ue alle imprese private, come chiesto dalla nostra premier Meloni, preoccupata di non aumentare troppo il nostro già enorme debito pubblico.
 
Intanto il Consiglio Ue ha dato impulso alla Commissione per ridurre gli adempimenti burocratici del 25% (35% per le Pmi), avviare l’Unione dei risparmi e degli investimenti per trattenere in Europa almeno una parte dei 300 miliardi che ogni anno lasciano l’Unione e per rilanciare la competitività del sistema produttivo conciliandolo meglio con le politiche ambientali. E sulla risposta ai dazi minacciati da Trump per aprile si prende tempo, sperando che il presidente Usa ci ripensi.
 

TAG: uenatotrumpdifesa comunerearm europe

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