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I dolori della giovane Elly

… il piccolo cabotaggio potrebbe non bastare

L'Irriverente 13/03/2025

I dolori della giovane Elly I dolori della giovane Elly Bisogna riconoscere che a Elly Schlein molte cose sono andate, finora, abbastanza bene. Il Pd, di cui è segretaria, tiene, essendo accreditato fra il 20 e il 22% del voto popolare. Dopo il tonfo del 2018 quando precipitò al minimo storico del 18,7%, il Pd ha recuperato consensi, con un invidiabile posizionamento, specie se confrontato con quello di omologhi partiti europei. Resta ancora abbastanza lontano dal picco veltroniano del 33% che nel 2008 non fu, comunque, sufficiente per conquistare il governo. La media dei sondaggi del mese di febbraio indica un calo di consensi pari a un punto/un punto e mezzo. Nulla di preoccupante, si tratta di rilevazioni volatili e non sempre attendibili.
 
Ben più doloroso e lacerante per una navigante di cabotaggio come Elly è dover prendere posizione su questioni discriminanti. E certo la difesa europea lo è. Può parare i colpi di qualche defezione eccellente o richieste congressuali, ma permanere in un limbo ambiguo e contraddittorio come emerso dal voto all’Europarlamento ieri dove i piddini si sono spaccati a metà come una mela (10 a favore del Piano ReArmEurope e 11 astenuti), può risultare rischioso, quando si tratta di questioni vitali. Filtrare le posizioni europee sulla base di convenienze nazionali può far compiere gravi errori. L’appartenenza a gruppi politici consolidati nel Parlamento Europeo, come il PSE, comporta una disciplina cui sacrificare i tatticismi nazionali. Si accusa la Commissione di incentivare la frammentazione e poi si spacca la compattezza del proprio gruppo politico. Senza drammatizzare, bisogna riconoscere che ci troviamo in un passaggio epocale, in cui è necessaria visione e non tattica, coraggio e non ignavia. Giuliano Amato salvò l’Italia dalla bancarotta in una notte del ’92 rastrellando 46 miliardi dai conti correnti degli italiani. Prodi tassò gli italiani per entrare nell’euro. A discapito del consenso immediato operarono per il bene del Paese. Certo, allora non c’erano i 5 stelle e la Cgil da tallonare.
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