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Lo scontro tra governo e Corte internazionale
Che ha ricevuto una denuncia contro Meloni, Nordio e Piantedosi
Luciano Panzani 07/02/2025

Si apre una fase preoccupante per le possibili reazioni di Governo e maggioranza, posto che Meloni e Nordio hanno già sollevato critiche alla Corte, sia per l’emissione del mandato d’arresto di Almasri quando ha varcato la frontiera italiana, dopo aver viaggiato indisturbato in vari Paesi europei, sia per le asserite contraddittorietà che lo avrebbero caratterizzato. Per altro verso, il ruolo della Cpi è stato espressamente contestato dagli Stati Uniti che, insieme a Cina e Russia, non l’hanno mai riconosciuta. Gli ordini di cattura di Putin, Netanyahu e altri personaggi hanno messo in luce la complessiva debolezza della Corte. Già nel 2020 gli Usa avevano dichiarato un vero e proprio stato d’emergenza riguardante la Cpi, e sanzioni personali contro l’allora Procuratrice, Fatou Bensouda; più di recente, la Russia ha inserito il giudice Rosario Aitala nella lista dei ricercati per avere firmato, il 17 marzo 2023, il mandato di arresto di Putin. La scelta della Corte e del suo Procuratore, inaugurato con il mandato di arresto di Putin, di intervenire non soltanto a conflitto risolto, come nel caso dei crimini di guerra nella ex Jugoslavia, ha sollevato reazioni veementi, ed ha messo in luce la debolezza del ruolo della Corte. Se la sua istituzione è stata ratificata da ben 123 Stati, Italia compresa, oggi nel mutato contesto internazionale il suo ruolo e’ certamente compromesso. Ma uno scontro frontale non conviene a nessuno, non ai nostri governanti, non alla Cpi. Dovremmo aver compreso che il giustizialismo non paga, soprattutto dopo che nel caso di Cecilia Sala abbiamo imboccato la strada dello scambio di ostaggi.
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