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Niente ipocrisia su Almasri

Se non accogliamo noi i migranti, li condanniamo all'inferno

L'Irriverente 24/01/2025

Niente ipocrisia su Almasri Niente ipocrisia su Almasri Forse non sapremo mai se il “silenzio rifiuto” del ministro Nordio sull’arresto del generale libico Almasri è stato una “svista”, un “errore di comunicazione” coi giudici, come ha detto Tajani, o una precisa decisione politica concordata con la premier Meloni per far scarcerare il libico, subito espulso dal ministro Piantedosi e riportato in Libia con l’aereo dei Servizi (lo stesso che aveva rimpatriato Cecilia Sala). Quello che si sa è che, agli occhi del governo, Almasri non è un “trafficante di uomini da inseguire in tutto il globo terraqueo”, ma il suo opposto: un carceriere, torturatore e assassino di migranti detenuti nella galera libica di Mitica che lui dirigeva. Quindi, agli occhi del governo, è un prezioso collaboratore nella strategia di contenimento degli sbarchi dei migranti sulle nostre coste.
 
Una strategia che risale ai tempi del ministro piddino Marco Minniti che riuniva al Viminale decine di capitribù libici per coinvolgerli nel “contenimento” dei flussi migratori. Da oltre vent’anni sappiamo che le galere libiche sono un inferno, così come sappiamo che gli ostacoli alle navi delle ONG riducono i salvataggi e aumentano i naufragi e le morti per annegamento. Non bisogna essere ipocriti. Dobbiamo sapere che se non accogliamo noi i migranti, li condanniamo a marcire nelle galere libiche o a morire in mare.
 
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