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Ferrovie a rischio collasso

… ma la politica non paga dazio

Giuseppe Roma 16/01/2025

Ferrovie a rischio collasso Ferrovie a rischio collasso Le interruzioni del servizio ferroviario hanno ormai frequenza pressoché giornaliera, rendendo gli spostamenti su rotaia incerti e imprevedibili. Non è un disagio da poco per una società sempre più mobile e un’economia che trova nella logistica un consistente fattore di produttività.  Risulta abbastanza singolare che questo fenomeno, peggiorato negli ultimi mesi, non abbia prodotto dimissioni o licenziamento dei responsabili, né un particolare attivismo per mettere in atto contromisure. La crisi ferroviaria stenta a entrare nell’agenda politica o ad animare la polemica fra partiti, a differenza di altri fenomeni più circoscritti ma con maggiore impatto emotivo come a esempio l’ordine pubblico. Gli italiani, grazie alla realizzazione dell’alta velocità ferroviaria hanno abbandonato l’auto e l’aereo (fortemente inquinanti) per utilizzare il treno, mezzo più comodo ed ecologico. A fronte di questo aumento positivo della domanda, nessuna credibile azione è stata messa in atto. Si sono, invece, assecondate commercialmente le richieste del mercato, sovraccaricando le stazioni principali, a scapito di quelle di transito, come prevedeva il progetto originario. Per capirci, il Milano–Salerno avrebbe dovuto fermarsi a Roma Tiburtina per poi proseguire; oggi invece entra e esce da Roma Termini accrescendo la pressione su quel nodo di stazione.
 
Più congestione determina un maggior fabbisogno di tecnologie che costituiscono oggi il punto di maggiore criticità della rete. La complessità del sistema ferroviario, inoltre, non tollera disattenzioni, e per questo è indispensabile poter contare su risorse umane competenti e altamente motivate, guidate da un team capace di trasmettere una forte tensione all’efficienza.Oltre l’emergenza sono necessarie idee e strategie di risposta a una domanda crescente. Disincentivare l’uso della ferrovia riducendo il numero dei treni circolanti equivarrebbe a una resa ingloriosa. Serve, innanzitutto, un piano per tenere in efficienza le tecnologie, e poi iniziative per adeguare l’architettura della rete, pensando anche a un possibile ampliamento nei punti di più alta congestione sull’asse Nord/Sud. Cosa sarebbe il sistema autostrade se non si fossero realizzate le terze corsie? Agli organi di governo, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in primis, spetta il compito di riorganizzare e pianificare il trasporto ferroviario, evitando di far ritornare FS a un ruolo di “carrozzone pubblico” da cui uscì proprio grazie al lungimirante progetto dell’Alta velocità.
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