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Il patriottismo mite e inclusivo di Mattarella

L'immigrazione nel discorso di fine anno del Capo dello Stato

Paolo Mazzanti 07/01/2025

Il patriottismo mite e inclusivo di Mattarella Il patriottismo mite e inclusivo di Mattarella “È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”. E’ forse questa, nel messaggio del Presidente Mattarella di fine anno, la frase che più si discosta dalla “narrazione” governativa, in cui la Patria è contrapposta agli immigrati “invasori”. Invece per il capo dello Stato gli immigrati che lavorano rispettando le leggi sono anch’essi “patrioti”. Può apparire una differenza da poco, ma non lo è. Per Mattarella e il suo “patriottismo mite” l’Italia deve essere inclusiva, mentre la destra ha della patria un concetto esclusivo ed escludente.
 
Si dirà che Mattarella parla degli immigrati regolari, mentre il governo combatte l’immigrazione irregolare. Ma anche qui c’è una differenza: per il governo l’immigrazione irregolare si combatte contrastando gli scafisti “in tutto l’orbe terraqueo” e dissuadendo le partenze con i centri (per ora vuoti) in Albania. Per Mattarella, il miglior antidoto all’immigrazione irregolare è quella regolare di cui abbiamo estremo bisogno anche per la crisi demografica: ”È fondamentale - ha detto ancora il Capo dello Stato il 31 dicembre - creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società”.
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