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Il canone della discordia

La tassa Rai non cala: bocciati Lega e governo

Paolo Mazzanti 27/11/2024

Il canone della discordia Il canone della discordia Eravamo stati facili profeti nel sostenere che sul canone Rai la maggioranza avrebbe fibrillato. Questa mattina in Commissione bilancio al Senato è stato bocciato l’emendamento della Lega che chiedeva di ridurre anche per il 2025 il canone Rai da 90 a 70 euro, su cui il governo aveva dato parere favorevole, perché Forza Italia ha votato contro insieme alle opposizioni. La maggioranza di destra si è platealmente spaccata. E vedremo che conseguenze avrà questo strappo sugli altri emendamenti della manovra e sulla tenuta del governo. La premier Meloni, nonostante il vertice di domenica sera a casa sua, non e’ riuscita a disinnescare la bomba del canone che ha mandato in frantumi la maggioranza e regalato un successo all’opposizione.
 
Per Fi (e per i padroni del partito, i fratelli Berlusconi) la riduzione del canone da 430 milioni sarebbe stata la premessa per aumentare il tetto alla pubblicita’ Rai. E più spot per la tv di Stato significherebbe meno spot per Mediaset. Questione di vita o di morte. Vedremo come reagirà la Lega che si propone di abolire del tutto il canone. Ma questo conferma che la “pax televisiva” (canone e tetto alla pubblicità alla Rai e Mediaset quasi monopolista oltre il tetto), pilastro della seconda Repubblica berlusconiana, puo’ mettere a rischio gli equilibri politici della Terza Repubblica meloniana.
 
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