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Scontro totale tra Grillo e Conte
E a rimetterci sarà il Movimento 5 Stelle (e l'opposizione)
Piero Ignazi 28/10/2024
Scontro totale tra Grillo e Conte
Siamo alle battute finali nel Movimento 5Stelle. Il video di Beppe Grillo di sabato scorso sembra mettere una pietra sopra la possibilità di convivenza con Giuseppe Conte. Il fondatore ha esplicitamente invitato Conte a farsi il proprio partito senza usare nome e simbolo delle 5stelle. Quindi, probabilmente, si andrà di fronte ad un tribunale. Non è la prima volta nella politica italiana. Nel 1995 il Partito Popolare, nato sulle ceneri della Dc, si lacerò al punto che la corrente del segretario Rocco Buttiglione, sconfitta per pochi voti, chiese di mantenere nelle sue mani nome e sede (e finanziamento pubblico). Lo stesso fece Pino Rauti contro Gianfranco Fini quando nacque Alleanza nazionale. E in queste settimane la stessa querelle attraversa l’erede del partito gollista in Francia. Ma, al di là della questione legale, il Movimento 5Stelle, o come si chiamerà, appare destinato ad un rapido declino, quanto meno nell’immediato. Quando si verifica uno scontro così deflagrante al vertice di un partito, i cocci ricadono sull’elettorato e questo ne prende atto dileguandosi.
Quel che rimarrà sarà comunque rappresentato da Conte. Grillo è il passato. Tutti gli riconoscono grandi meriti, ma di un tempo che fu. Mentre nessuno gli attribuisce un’iniziativa politica di rilievo negli ultimi anni. Ha deciso lui di ritirarsi negli ozi levantini. E il mondo - la politica – è andata avanti senza di lui. Anzi, in uno dei pochi momenti di risveglio dal suo letargo, gli si potrebbe imputare la scelta, rivelatasi dannosa per il partito, di appoggiare il governo Draghi, contro l’opinione di Conte. Il partito che uscirà dal processo deliberativo in corso - di cui si parla molto poco nonostante rappresenti una novità importante e degna di interesse – definirà in maniera più precisa l’assetto organizzativo, ora in un limbo tra platform party e strutturazione tradizionale. Rimane però ancora nel vago la strategia politica. Le oscillazioni tra posizioni barricadiere e populiste con una tinta laburista da un lato, e irrigidimenti securitari sull’immigrazione dall’altro, fanno intravedere un approdo in qualche modo vicino al nuovo partito tedesco “rosso-bruno” di Sahra Wagenknech: spostato a sinistra sui temi sociali ma duro su sicurezza e migranti. Se così fosse, la vita dell’opposizione diventerebbe molto, molto complicata.
Quel che rimarrà sarà comunque rappresentato da Conte. Grillo è il passato. Tutti gli riconoscono grandi meriti, ma di un tempo che fu. Mentre nessuno gli attribuisce un’iniziativa politica di rilievo negli ultimi anni. Ha deciso lui di ritirarsi negli ozi levantini. E il mondo - la politica – è andata avanti senza di lui. Anzi, in uno dei pochi momenti di risveglio dal suo letargo, gli si potrebbe imputare la scelta, rivelatasi dannosa per il partito, di appoggiare il governo Draghi, contro l’opinione di Conte. Il partito che uscirà dal processo deliberativo in corso - di cui si parla molto poco nonostante rappresenti una novità importante e degna di interesse – definirà in maniera più precisa l’assetto organizzativo, ora in un limbo tra platform party e strutturazione tradizionale. Rimane però ancora nel vago la strategia politica. Le oscillazioni tra posizioni barricadiere e populiste con una tinta laburista da un lato, e irrigidimenti securitari sull’immigrazione dall’altro, fanno intravedere un approdo in qualche modo vicino al nuovo partito tedesco “rosso-bruno” di Sahra Wagenknech: spostato a sinistra sui temi sociali ma duro su sicurezza e migranti. Se così fosse, la vita dell’opposizione diventerebbe molto, molto complicata.
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