La Rai “umiliata” dall'intervista a Sangiuliano

La Rai “umiliata” dall'intervista a Sangiuliano Ormai si sa: la Rai è una sentina. Ma mentre in un barca c’è una “pompa di sentina” che serve a tenere pulito il fondo dello scafo, nella barca Rai tale pompa non c’è e lo sporco si somma giorno dopo giorno. La metafora vuole chiarire come va giudicato il caso di Genny Sangiuliano. Ministro della cultura, mica niente. E immaginiamo come Giorgia Meloni si sentirà constatando quotidianamente quanto le costa l’assenza di una classe dirigente. Va detto che il caso Sangiuliano si somma ai casi Lollobrigida, Santanchè e ai costosissimi CPR (centri per il rimpatrio) aperti in Albania. Adesso i dipendenti Rai, umiliati da quanto sta accadendo, sono costretti ad affermare che stanno toccando il fondo. È accaduto che la sera dell’altro ieri 4 settembre il direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci con una lunga conversazione a due, ha voluto offrire ai telespettatori delle rete ammiraglia la versione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in merito alla vicenda in cui è coinvolto con Maria Rosaria Boccia .
 
“Con questa intervista - prosegue la nota dei sindacati - si è raggiunto il livello di guardia”. Un punto che costringe il sindacato a chiedere alle istituzioni “se si possa continuare a piegare il servizio pubblico, e le sue eccellenze professionali, a livelli non all’altezza della decennale storia della più grande azienda culturale del Paese”. Per ridare alla Rai il futuro che merita, “occorre liberarla dalla dipendenza dal potere cui si è asservita da anni, assicurarle le necessarie risorse economiche, dotarla di una Governance indipendente e capace, e renderla autonoma dalle ingerenze della politica. Misure ormai non più procrastinabili”. “Toccato il fondo - conclude la nota- non si può proseguire scavando: si deve risalire e lo sciopero (indetto per il 23 settembre) è un’occasione per farlo”.
 

TAG: raisangiulianochiocci

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