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Quesiti sull'affondamento del veliero a Palermo

Una concausa del naufragio potrebbe essere legata all'ancora

Riccardo Illy 02/09/2024

Quesiti sull'affondamento del veliero a Palermo Quesiti sull'affondamento del veliero a Palermo Molto è stato scritto negli ultimi giorni a proposito di un fatto che ha colpito l’opinione pubblica anche per i possibili risvolti di spy-story: l’affondamento del veliero Bayesian a Palermo. Che è seguito di pochi giorni quello, meno spettacolare e fortunatamente senza vittime, dello yacht Ethos a Cefalonia. In comune i due naufragi hanno certamente un fatto, che secondo gli uomini di mare porta jella: entrambe le navi avevano cambiato nome. Ma quasi certamente anche una seconda svista, l'aver dimenticato aperto il portellone laterale usato per il tender, principale fonte di accesso dell'acqua in caso di onde più alte o di sbandamento dello scafo. Nel caso del Bayesian, il cui affondamento ha provocato 7 vittime, sono state evidenziate, oltre all'ancora da dimostrare apertura del portellone, la straordinaria altezza dell'albero (75 metri) che con venti superiori a 100 km l'ora fa da vera e propria vela facendo sbandare lo scafo) e il fatto che la chiglia zavorrata mobile fosse ritratta, ciò che ha favorito lo sbandamento.
 
Nessuno ha però sottolineato una altra concausa: l'ancora non ha tenuto, in gergo si dice che ha "arato". Ma un'ancora è fatta per resistere a venti di quella forza; tant'è che quella dell'imbarcazione poco distante il cui equipaggio ha prestato i primi soccorsi ai superstiti del Bayesian, ha tenuto perfettamente. Delle due l'una: o l'ancora non era adeguata al Bayesian, nel qual caso la responsabilità sarebbe del costruttore, che ne ha deciso caratteristiche e dimensionamento; oppure non era stata calata adeguatamente. In particolare, potrebbe essere stata data insufficiente quantità di catena, in gergo "calumo"; in questo caso la responsabilità sarebbe del Comandante o comunque dell'equipaggio. Il minimo di calumo previsto, con condizioni meteo ottimali, è di tre volte la profondità del fondale. Ma in casi di vento forte si devono dare quattro/cinque volte, rispetto al fondale, di catena. Se l'ancora tiene anche sotto raffiche forti la prua dello scafo, brandeggiando, arriva al massimo a 45 gradi rispetto alla direzione del vento; offrendo così una minore resistenza allo stesso. Ma se l'ancora ara, lo scafo viene spinto dal vento fino a 90 gradi rispetto alla sua direzione, massimizzando la resistenza e quindi lo sbandamento. È verosimile che la mancata tenuta dell'ancora sia un’ importante concausa, assieme all'altezza dell'albero, alla chiglia sollevata e al portellone aperto, del consistente imbarco di acqua che ha provocato l'affondamento del Bayesian. Per avere un quadro completo delle cause e delle responsabilità del naufragio il PM incaricato dovrebbe far misurare anche la quantità di catena dell'ancora fuori dallo scafo e farla confrontare con la profondità dell'acqua nel punto in cui questo si trovava inizialmente, prima che venga riportato a galla.
 
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