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Pa digitale, le lacune del fascicolo sanitario elettronico

Sarebbe necessaria un'unica grande piattaforma pubblico-privata

Alberto Heimler 02/08/2024

Pa digitale, le lacune del fascicolo sanitario elettronico  Pa digitale, le lacune del fascicolo sanitario elettronico Nell’ambito della salute, il fascicolo sanitario digitale dovrebbe raccogliere tutte le informazioni cliniche di ciascuno di noi, sia raccolte in ambito pubblico che privato. Ogni informazione (analisi, test, interventi, farmaci assunti) vi dovrebbe essere raccolta, a tutto beneficio della salute pubblica perché qualsiasi medico avrebbe così immediato accesso alla storia clinica di ciascuno di noi. Piattaforme digitali di questa ampiezza e complessità sarebbero facilmente proteggibili in termini di sicurezza informatica e potrebbero sostenere servizi digitali sofisticati. E invece il fascicolo sanitario, innanzitutto può essere bloccato se non c’è il consenso del paziente: ma rimarrebbe sempre un’informazione riservata e di accesso strettamente limitato ai medici curanti, quindi perché mai consentire a ciascuno di noi di bloccarne la realizzazione? Certo non possiamo impedire ai medici di prendere appunti e condividerli coi colleghi, per esempio nell’ambito di una medesima struttura sanitaria. Il fascicolo contiene poi informazioni molto parziali, vaccinazioni, prescrizioni farmaceutiche e poco altro, mentre tutti i medici (magari europei) dovrebbero contribuire al suo aggiornamento (ogni volta che il paziente è visitato) con diagnosi, test diagnostici, interventi, ecc.
 
Per come il sistema è organizzato attualmente, ogni struttura ha un suo sistema informatico indipendente, il che non consente una visione d’insieme del paziente e inoltre contribuisce a mantenere elevati i rischi di incursione su dati sensibili, un’eventualità che una piattaforma più ampia avrebbe le risorse per limitare. Peraltro, un fascicolo sanitario elettronico integrato pubblico-privato è un progetto complesso e articolato che, se realizzato, potrebbe essere esportato in tutto il mondo. Attualmente, il fascicolo sanitario non serve a niente, nonostante gli investimenti cospicui già realizzati. Le informazioni rilevanti su ciascuno di noi sono custodite in forma decentrata, non utilizzabili all’esterno delle strutture che le hanno raccolte e soggette a rischi elevati di furto-manipolazione. Un accentramento e una razionalizzazione sarebbero auspicabili. Si tratta di investimenti verso l’efficienza, la salute pubblica e la sicurezza informatica.
 
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