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Sul premierato un dialogo è possibile
…solo se la maggioranza rinuncia all'elezione diretta
Paolo Mazzanti 26/07/2024
Sul premierato un dialogo è possibile
Da più parti, a partire dalla ministra alle Riforme Casellati, si auspica una ripresa di confronto tra maggioranza e opposizione sul premierato elettivo, anche per evitare l’alea del referendum confermativo che spaccherebbe il Paese. Ma i margini di trattativa sembrano davvero esigui se la maggioranza, come avvenuto sinora, considera irrinunciabile l’elezione diretta del (o della) premier, che l’opposizione contesta radicalmente perché a suo giudizio altererebbe la natura parlamentare della nostra democrazia e comprimerebbe il ruolo del Capo dello Stato.
La maggioranza ha sempre detto che l’elezione diretta ha lo scopo di garantire la stabilità dei governi. Ma questo obbiettivo si può raggiungere anche con altri sistemi, che non prevedono l’elezione diretta del premier: con una legge elettorale fortemente maggioritaria, come si è visto in Gran Bretagna dove i laburisti con meno del 34% dei voti hanno ottenuto il 63% dei seggi in Parlamento; oppure con la sfiducia costruttiva come in Germania, che nel dopoguerra ha avuto solo 9 Cancellieri contro i nostri 31 Presidenti del Consiglio (con 68 governi). Quindi, se per la maggioranza la priorità è la stabilità dei governi, forse un dialogo di può riaprire rinunciando all’elezione diretta e riformando la legge elettorale e/o introducendo la sfiducia costruttiva. Se invece la priorità è proprio l’elezione diretta, il confronto con l’opposizione pare impossibile e il referendum inevitabile. Con buona pace della ministra Casellati.
Da più parti, a partire dalla ministra alle Riforme Casellati, si auspica una ripresa di confronto tra maggioranza e opposizione sul premierato elettivo, anche per evitare l’alea del referendum confermativo che spaccherebbe il Paese. Ma i margini di trattativa sembrano davvero esigui se la maggioranza, come avvenuto sinora, considera irrinunciabile l’elezione diretta del (o della) premier, che l’opposizione contesta radicalmente perché a suo giudizio altererebbe la natura parlamentare della nostra democrazia e comprimerebbe il ruolo del Capo dello Stato.
La maggioranza ha sempre detto che l’elezione diretta ha lo scopo di garantire la stabilità dei governi. Ma questo obbiettivo si può raggiungere anche con altri sistemi, che non prevedono l’elezione diretta del premier: con una legge elettorale fortemente maggioritaria, come si è visto in Gran Bretagna dove i laburisti con meno del 34% dei voti hanno ottenuto il 63% dei seggi in Parlamento; oppure con la sfiducia costruttiva come in Germania, che nel dopoguerra ha avuto solo 9 Cancellieri contro i nostri 31 Presidenti del Consiglio (con 68 governi). Quindi, se per la maggioranza la priorità è la stabilità dei governi, forse un dialogo di può riaprire rinunciando all’elezione diretta e riformando la legge elettorale e/o introducendo la sfiducia costruttiva. Se invece la priorità è proprio l’elezione diretta, il confronto con l’opposizione pare impossibile e il referendum inevitabile. Con buona pace della ministra Casellati.
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