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La Russa (ancora) nella bufera

Per il commento al giornalista picchiato dai fascisti di Casa Pound

Giancarlo Santalmassi 24/07/2024

La Russa (ancora) nella bufera  La Russa (ancora) nella bufera Affermo con chiarezza che considero uno scandalo che il fascista Ignazio La Russa sia presidente del Senato. Cioè che sia lui a sostituire, in caso di impedimento del presidente Mattarella, come da Costituzione, la più alta carica dello Stato. L’attuale presidente del Senato è uno che a casa ha (o aveva) in bella mostra all’ingresso di casa sua su una consolle il busto del duce Benito Mussolini e che affermò che, con Roma occupata dai nazisti, la strage via Rasella, che condusse all’immane tragedia delle fosse Ardeatine, colpì una banda di ubriachi che suonavano e cantavano. Interrogato per un commento a quanto successo a Torino al giovane e talentuoso Andrea Joli giornalista de La Stampa picchiato dai fascisti perché stava filmando una festa di Casa Pound che si svolgeva per strada, all’aperto, davanti a un club dal titolo “l’asso di bastoni”, ha detto che Joli doveva dichiararsi come giornalista (magari, penso, per farsi picchiare con più violenza).
 
Il presidente Mattarella alla cerimonia del ventaglio, il tradizionale saluto alla stampa prima delle vacanze, ha detto che "va sempre rammentato che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all'articolo 21 della nostra carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l'informazione è esattamente questo”. Perciò bene ha fatto il quotidiano torinese a scrivere un editoriale dal titolo “Perché l’aggressione a Joly ci riguarda tutti”. Condanna che è venuta anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che però ha detto “Condanno la violenza’. A qualificarla “fascista” non ce l’ha propria fatta.
 
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