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Il crollo del rodomonte Salvini

Con la pugnalata finale del fondatore Umberto Bossi

Giancarlo Santalmassi 10/06/2024

Il crollo del rodomonte Salvini  Il crollo del rodomonte Salvini Una considerazione sul risultato deludentissimo della Lega, o sarebbe meglio dire di Matteo Salvini. Personalmente non amo mettere insieme le pere con le mele. Che permette a Salvini di dire che il suo partito ha tenuto rispetto alle politiche o alle amministrative precedenti. Non è così. Stiamo alle mele, cioè solo alle europee per cui abbiamo votato nel weekend. La Lega - cioè Salvini - aveva raccolto alle precedenti europee del 2019 la bellezza del 34%. Oggi si ritrova col miserrimo 9,1. Il crollo è avvenuto perché? Il paese ha capito che le sue rodomontate non servivano al paese?  Il ponte sullo stretto? A parte le ‘considerazioni’ sismiche, i costi, e il fatto che in mezz’ora i traghetti vanno da Scilla a Cariddi senza neppure farti scendere dal treno, senza nulla togliere al valore simbolico dell’opera, c’è poi il problema di ammodernare le ferrovie siciliane, una delle peggiori reti del paese.
 
E nonostante questo, Salvini qualche premonizione deve averla avuta. Basta pensare all’ingaggio del generale Vannacci che nonostante la sua ‘beceraggine’ (bastano i suoi pensieri sull’omosessualità o gli italiani di colore) è andato benissimo nel nord-est. Oppure alla cura messa da Salvini nel ‘condono’ delle piccole difformità edilizie rispetto al catasto, che ogni italiano ha nella sua abitazione: un’evidente e seduttiva ‘captatio benevolentiae’.  Non è bastato. Anche perché era avvenuto un fatto senza precedenti: che il fondatore della Lega, Umberto Bossi, aveva detto che avrebbe votato per un suo amico, ma candidato di Forza Italia. Cosa c’è da aspettarsi ora? Un lento inevitabile rimescolamento nella Lega. Basterebbe un nome per tutti: il governatore del Veneto Luca Zaia.
 
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