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Tolkien nel Pantheon della destra

La mitologia dell'anello in mostra al Museo di arte moderna di Roma

L'Irriverente 16/11/2023

Tolkien nel Pantheon della destra  Tolkien nel Pantheon della destra Quadri, manoscritti, centinaia di libri in tutte le lingue, proiezioni, persino un flipper e la sua mitica pipa: è aperta al Museo di arte moderna di Roma la grande mostra su John Ronald Reuel Tolkien, lo scrittore, filosofo, linguista inglese scomparso 50 anni fa, autore del Signore degli Anelli, che fa parte del Pantheon della nostra destra, insieme a Padre Dante che secondo il ministro della cultura Sangiuliano (che ha finanziato la mostra con 250 mila euro) è stato uno dei precursori del pensiero conservatore e di cui lo stesso Tolkien è stato appassionato studioso. Al grande pubblico, Tolkien è arrivato grazie ai film che hanno ricreato il suo mondo fantastico di Arda, popolato di hobbit, elfi, uomini, orchi e dai misteriosi Maiar, tra cui il mago buono Gandalf (in cui alcuni studiosi hanno intravisto Odino, il dio vagabondo dei popoli del nord) e il malvagio Sauron.
 
Dell’opera di Tolkien la destra nostrana apprezza la lotta incessante tra bene e male, bianco e nero, buoni e cattivi, senza i dubbi e le infinite sfumature di grigio di cui si nutre la vita vera. E poi il mito della comunità organica e identitaria che emana dal suo mondo, opposto alle società reali di individui autonomi, con storie, valori e interessi in competizione e spesso in conflitto tra loro. Insomma, una fuga all’indietro verso una Tradizione suggestiva e inafferrabile. La premier Meloni, fan di Tolkien, non ha partecipato all’inaugurazione ufficiale di ieri mattina (deve essere parso troppo anche a lei) e ha preferito visitare la mostra nel pomeriggio insieme alla sorella Arianna, al cognato Lollobrigida e alla sua corte di politici e giornalisti “domestici”, compreso Pino Insegno (doppiatore di un personaggio dei film) e l’ha definita “una bella pagina di cultura” (che però è stata criticata dal quotidiano inglese Guardian). Resta da capire in chi s’ identifichi la nostra premier “tolkiana”: nell’ hobbit Frodo, nel candido Gandalf, nel più decisionista e nero Sauron, nel re degli uomini Aragorn, nella principessa guerriera Eowyn che uccide il cattivo signore dei Nazgul (come ha sentenziato il presidente del Senato La Russa), o magari nel perfido mostriciattolo Gollum, il vero “underdog” della compagnia? Una cosa è certa: dopo aver licenziato l’imbarazzante compagno Andrea Giambruno, la premier ha detto addio all’ anello.
 
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