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Integrare i migranti? Il caso Castelpoto

L'esperienza di un piccolo Comune del Beneventano

Carlo Borgomeo 28/09/2023

Integrare i migranti? Il caso Castelpoto Integrare i migranti? Il caso Castelpoto In questi giorni di forti polemiche, di annunci di programmi, di decretazioni d’urgenza,  di tensioni internazionali sul tema dei migranti, si torna ad un confronto largamente insufficiente rispetto alla complessità del problema e, soprattutto, alla sua natura strutturale. Le riflessioni sul contributo che i flussi migratori possono dare per ridurre ( non eliminare!) le gravissime conseguenze sul nostro sistema sociale ed economico della denatalità,   per soddisfare una domanda di lavoro  , in alcune aree del Paese ormai clamorosamente insoddisfatta, per contenere lo spopolamento delle aree interne, in questa fase appaiono lontane ed inutili, o addirittura relegate nell’area del “buonismo”: area tanto cara a chi continua ad investire in termini politici sulla “paura dell’invasione”. E frastornato e preoccupato da questo clima mi piace condividere il contenuto di un’intervista che Vito Fusco, sindaco di Castelpoto – poco più di mille abitanti in provincia di Benevento- ha rilasciato al settimanale Vita.
 
Raccontando dell’esperienza  del Sai del suo paese, ha richiamato i seguenti dati: tre famiglie , uscite dal progetto di accoglienza, sono rimaste a Castelpoto; tre famiglie con 10 bambini. Intorno al Sai si è costituito un gruppo di lavoro di giovani immigrati e locali che grazie a questo progetto non hanno abbondonato il paese; queste presenze hanno rilanciato attività commerciali che mostravano chiari segni di crisi; ma soprattutto queste presenze hanno consentito di non perdere la scuola. Da quest’anno nella scuola primaria non vi è più la pluriclasse e dopo 20 anni è ritornato il tempo pieno con la cucina interna alla scuola. Il sindaco dice che è “una meraviglia avere sei nazionalità diverse in un’unica scuola di un piccolo comune dell’entroterra, ma soprattutto è una meraviglia avere la certezza della sopravvivenza della scuola.” Infine nell’intervista la notizia della nascita della cooperativa di Comunità “Castelpotare”, costituita da giovani immigrati e locali per erogare, in partenariato con il Comune, servizi sociali e realizzare percorsi di inclusione per i soggetti fragili. In una battuta, a Castelpoto gli immigrati sono sinonimo di sviluppo.
 
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