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Le opposte bugie sui migranti

Dopo la visita di Von der Leyen e Meloni a Lampedusa

Riccardo Perissich 18/09/2023

Le opposte bugie sui migranti Le opposte bugie sui migranti Nel discorso al Parlamento europeo Ursula von der Leyen (UDVL) ha detto che un accordo sull’immigrazione “è possibile prima di fine anno”. Sarebbe importante, tanto più che stiamo assistendo a una nuova ondata sulle rotte tradizionali (che si aggiunge ai milioni di rifugiati dall’Ucraina), anche se inferiore ai picchi del 2015/16, che colpisce in particolare l’Italia e ha portato UDVL a precipitarsi a Lampedusa per assicurarsi il sostegno italiano. In un mondo razionale, l’accordo sarebbe vicino. Ma con l’immigrazione non siamo in un mondo razionale e la politica è ovunque schiava delle emozioni. Se si eccettuano i militanti che predicano “il diritto all’emigrazione” ma non sono rappresentati in alcun tavolo che decide, la maggioranza dell’opinione pubblica, pur non seguendo le sirene di chi sbandiera il pericolo di “invasione”, è favorevole a limitare gli ingressi. Ma le forze politiche al governo, o che hanno l’ambizione di tornarci, sono divise in due partiti, entrambi portatori della loro dose di equivoci. Entrambi vorrebbero varare un grande piano di aiuti per l’Africa, la creazione di canali d’immigrazione legale e indicano nella criminalità che organizza i flussi clandestini il principale nemico da abbattere. Sono anche in teoria favorevoli ad accordi coi paesi di origine e transito. Qui finisce il consenso. Il primo partito punta tutto sull’obiettivo di bloccare completamente o ridurre al minimo i flussi anche con la forza, magari con il blocco navale. Concentrarsi sulle frontiere consente peraltro a questo partito ben impersonato da Meloni, di relegare in secondo piano la redistribuzione fra i paesi Ue, evitando conflitti tra i sovranisti.
 
Il secondo partito punta sul rispetto dei diritti umani, sulla redistribuzione in Europa e sui corridoi umanitari e regolari. In queste condizioni, il primo partito finisce per essere più credibile. Tuttavia la questione dei diritti umani non può essere semplicemente dimenticata e rischia di ritornare con forza a ogni tragedia. Inoltre c’è il serio rischio che la distanza fra la retorica delle aspettative e i risultati più modesti ridia spazio agli estremisti che tuonano contro “il pericolo di invasione”. Il problema è che nessuno ha il coraggio di dire la verità. Cioè che, anche lasciando stare la retorica dei “milioni che premono alle frontiere dell’Africa”, bloccare completamente i flussi irregolari è materialmente impossibile, salvo sparare ai barconi. Che i rimpatri forzati sono molto costosi e non semplici da applicare. Che canali regolari sarebbero utilissimi, ma non avrebbero un grande effetto sui flussi irregolari. Idem per nuovi programmi di sviluppo dell’Africa, che possono avere effetto solo a lungo termine. Dire la verità constringerebbe a spiegare, cifre alla mano, che la pressione sulla rotta balcanico-orientale e su quelle mediterranee sono molto simili; tutti i paesi sono quindi sottoposti a pressioni ugualmente forti e nessuno, tranne forse Grecia e Malta, hanno a priori diritto alla solidarietà. Di conseguenza, il famigerato regolamento di Dublino è sicuramente superato e una certa ripartizione sarebbe utile da molti punti di vista, ma non per la ragione proclamata. Che l’Europa può aiutare nel concludere accordi con i paesi di transito, che tuttavia saranno costosi, precari e non necessariamente rispettosi di criteri impeccabili per quanto riguarda i diritti. Infine, la distanza fra retorica e realtà sulle frontiere serve anche a nascondere che nessun paese è finora riuscito a risolvere il problema principale: come integrare efficacemente nel rispetto della loro dignità ma anche dei nostri valori, gli immigrati che per una qualsiasi ragione sono destinati a restare qui. Un’ “operazione verità” sulle frontiere, unita a una efficace integrazione permetterebbe di conciliare due imperativi. Da un lato, per ragioni demografiche, geopolitiche e umanitarie, un aumento sostanziale dell’immigrazione è inevitabile. Dall’altro, gli europei accetteranno questa realtà solo con flussi sono sotto controllo e commisurati alla capacità di assorbimento.
 
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