Versione stampabile Riduci dimensione testo Aumenta dimensione testo

La premier e le Ardeatine

Perché la retorica della Meloni suona anacronistica

Paolo Mazzanti 27/03/2023

La premier e le Ardeatine La premier e le Ardeatine Suggeriamo alla premier Giorgia Meloni di guardare uno dei cinque film dedicati all’eccidio delle Fosse Ardeatine, magari “Rappresaglia” con Marcello Mastroianni nella parte di don Antonelli e Richard Burton in quella del colonnello delle Ss Herbert Kappler. Si accorgerà che la lista dei 335 sfortunati che furono giustiziati per ritorsione dopo l’attentato di via Rasella in cui morirono 31 soldati tedeschi (10 italiani per ogni tedesco, anche se Hitler ne aveva chiesti 20, più 5 che i tedeschi rastrellarono “ad abundantiam”) venne compilata con l’aiuto del questore di Roma Pietro Caruso, del ministro dell’Interno Buffarini Guidi e di loro collaboratori, tutti inequivocabilmente italiani. Quindi la dichiarazione meloniana secondo cui i martiri delle Ardeatine furono “massacrati solo perché italiani” non regge, come gli hanno fatto notare molti politici di opposizione e anche una non politica come Ornella Vanoni, cui l’età non impedisce di ragionare. Se alcuni italiani collaborarono con le Ss all’eccidio, la categoria “italiani” non puo’ essere “onnicomprensiva” di “antifascisti”, come la premier ha aggiunto, perche’ dovrebbe essere “onnicomprensiva” anche di “fascisti”, sicché “fascisti” e “antifascisti” finirebbero per essere equivalenti in quanto “italiani”, il che appare piuttosto contraddittorio.
 
La Meloni proprio non ci sta a pronunciare la parola “antifascisti” e ad ammettere che “italiani” (al pari della sua cara “Nazione”) non e’ un insieme omogeneo e compatto, ma una categoria assai differenziata al proprio interno, dove albergano carnefici e vittime, tolleranti e intolleranti, eterosessuali e Lgbtq, cattolici e atei, destri e sinistri, ricchi e poveri, e via elencando. Poiché questa è la realtà, allora il compito della politica non è quello di far trionfare la Nazione e la sua presunta “grandezza” come fosse una “quadrata legione” scagliata contro il mondo, ma quella di trovare punti di equilibrio e obbiettivi comuni, sempre incerti e temporanei, per estendere la libertà e il benessere di tutti, senza cercare di annullare, ma riconoscendo e possibilmente valorizzando le differenze. Forse per questo la “postura” (come si dice oggi) e soprattutto la retorica della premier suonano spesso falsi e anacronistici.

 
Altre sull'argomento
Passata l'alluvione,
Passata l'alluvione, "gabbato il santo"
Perché non riusciamo a mettere il territorio e l'ambiente al centro ...
Altro parere
Altro parere
Schleinomics? Un tuffo nel passato
All'Antimafia una Giorgia minore
All'Antimafia una Giorgia minore
Dopo le polemiche, tocca alla neopresidente dimostrare di voler ...
Un dovere elementare della convivenza europea
Un dovere elementare della convivenza europea
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Pubblica un commento
Per inserire un nuovo commento: Scrivi il commento e premi sul pulsante "INVIA".
Dopo l'approvazione, il messaggio sarà reso visibile all'interno del sito.