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Sulle occupazioni di case a Roma

…una polemica strumentale

L'Irriverente 24/03/2023

Sulle occupazioni di case a Roma  Sulle occupazioni di case a Roma E’ scoppiata una polemica, originata dall’intrusione in una chat, con cui l’assessore alla casa di Roma Zevi ha inviato una bozza preliminare di piano per far fronte all’emergenza abitativa, ai rappresentanti di sindacati, associazioni e forze sociali fra cui anche il Comitato per la casa. Apriti cielo. Qui c’è puzza di trattativa, ha tuonato l’opposizione. Dobbiamo partire dal fatto che le occupazioni di case sono un fenomeno molto spinoso da gestire. Nascono da un bisogno primario di chi non dispone di un tetto e delle risorse per procurarselo, non senza inquinamenti da parte dei professionisti della presa di possesso illegale di abitazioni. L’aver abbandonato da anni interventi organici per l’edilizia popolare (l’ultimo piano decennale è del 1978!), lascia spazio alle occupazioni abusive di interi edifici, pubblici e privati, vuoti e talvolta chiusi da tempo. Roma, come più grande città italiana, è particolarmente colpita da questo fenomeno, come tante altre metropoli. Il termine squatters, peraltro, indica la costante presenza di occupanti un po’ ovunque, da New York, ad Amsterdam, da Parigi a Londra o Berlino.
 
L’azione di Roma Capitale in questo campo è sempre stata improntata a cercare soluzioni efficaci, individuando meccanismi per selezionare chi ha diritto a un aiuto pubblico, identificandoli in modo preciso e trovando soluzioni congruenti, una volta sgomberato l’edificio occupato. Non spetta ai Comuni ripristinare la legalità, ma alle Prefetture e alla forza pubblica, mentre l’ente locale deve offrire soluzioni sul versante sociale. Ci si può gloriare dello sgombero di un palazzo come fece l’ex sindaca Raggi, ma l’aver lasciato quelle famiglie per strada, nei fatti portò a nuove occupazioni. Il piano incriminato intende mettere ordine in modo fermo ma civile e quindi ha bisogno di condivisione per essere attuato. I fatti verranno accertati, se ne varrà la pena, data la risibile strumentalità della polemica sollevata. Ma certo il metodo adottato è improntato al realismo, per porre fine alle occupazioni davvero. Le azioni dimostrative, le enunciazioni muscolari come quelle della presidente Meloni del febbraio scorso, sono buone solo per deliziare le orecchie degli elettori di destra, ma completamente inefficaci per arginare il fenomeno. Comunque, il governo, cui spetta col ministero degli Interni il compito di garantire i proprietari degli immobili, si potrebbe esercitare nella fermezza, partendo dagli indirizzi che conosce meglio, come il palazzo occupato da Casa Pound a Roma.
 
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