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La Grande Bellezza e i vandali del calcio

Dopo la guerriglia coi tedeschi a Napoli arrivano gli olandesi a Roma

Giancarlo Santalmassi 22/03/2023

La Grande Bellezza e i vandali del calcio  La Grande Bellezza e i vandali del calcio Forse la Roma del lockdown era troppo bella per essere vera. Ricordo che due germani reali dal piumaggio stracolorato andavano ad abbeverarsi nella Barcaccia del Bernini e che in piazza di Spagna, tra un sampietrino e l’altro, era spuntata l’erba complice l’impossibile vietatissimo (in tutta la città, anzi in tutta Italia, anzi in tutto il mondo) traffico automobilistico. Ricordo che salire sulla gradinata di Trinità dei Monti e gettare uno sguardo sul centro era una sensazione unica. Così straordinaria che Webuild (società di costruzioni imponenti, ad Pietro Salini) ci ha fatto un indimenticabile libro fotografico. Titolo affascinante “Una città che viene dal passato per lasciarci una nuova visione di futuro”: con i suoi luoghi pubblici rimasti vuoti, sospesi in un tempo indefinito. Piazze, strade e monumenti deserti (ve l’immaginate Fontana di Trevi senza nessuno?) sono sembrati spogli, come se la mancanza del fattore umano li rendesse incompleti, pur nella loro immutata bellezza e maestosità.
 
Il libro è nato dal desiderio di cogliere questo momento particolare e per esaltare l’anima di Roma, documentare e raccontare l’esperienza del vuoto creato dalla pandemia e avviare nuove riflessioni sul futuro che ci attende. Le immagini raccontano una Roma diversa e mai vista, nella quale linee e geometrie delle grandi opere riemergono in tutta la loro bellezza non contaminata dalla crescente antropizzazione che spesso, non governata, la imbarbarisce. Perché racconto tutto questo? Perché dopo quanto è successo a Napoli con i tifosi tedeschi, immagino che saranno prese le dovute cautele e protezioni per la partita di calcio con gli olandesi del Feyenoord. Anche perché c’è un precedente: quando vennero a Roma per un’altra partita qualche anno fa, gli olandesi si gettarono sulla Barcaccia del Bernini vandalizzandola. Per miracolo rimase intatto il candelabro centrale, ma tutto il resto era schifo e distruzione. Acqua nera, incendiata e sporca, barattoli di latta, palloncini sporchi e tutti che pisciavano (non uso volutamente ‘orinavano’) e ‘cagavano’ contro i muri e vomitavano dappertutto. Va pensato che il calcio è uno sport e non guerriglia. Dunque occorre far tesoro dell’esperienza e presidiare come si deve le bellezze di una città che è un museo a cielo aperto.
 
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