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Al via la maxi riforma fiscale

E già infuriano le polemiche: sindacati e opposizioni contrarie

Paolo Mazzanti 17/03/2023

Al via la maxi riforma fiscale  Al via la maxi riforma fiscale Ci sarà tempo per analizzare la maxi riforma fiscale, che impegnerà quasi tutta la legislatura. Quando sarà approvata dal Parlamento, la legge delega varata ieri dal CdM (e ci vorranno parecchi mesi), il governo avrà due anni per varare i decreti delegati sui molti capitoli: riduzione delle aliquote da 4 a 3 (con meno tasse al ceto medio); flat tax fino a 100 mila euro per gli autonomi e sugli incrementi di stipendio per i dipendenti; riforma dell’Iva, con aliquota zero per i prodotti di largo consumo, e dell’Ires (con riduzione dal 24 al 15% per le imprese che assumono o innovano), abolizione dell’Irap (che oggi finanzia la Sanità), accordo tra Pmi e fisco per concordare quanto pagare nel successivo biennio; riduzione delle 600 agevolazioni, che costano 156 miliardi, per le fasce di reddito piu’ alte (non sarà facile); accertamenti più “amichevoli”, depenalizzazione di alcuni reati fiscali, riduzione delle sanzioni e lotta all’evasione (ma non è un po’ contraddittorio?). Sindacato e opposizioni sono sul piede di guerra (“Mi sono rotto le palle - ha detto Landini papale papale - di pagare le tasse anche per chi non le paga”), mentre le associazioni imprenditoriali sono favorevoli.
 
In effetti, la riforma sembra ispirata ai due celeberrimi slogan populisti di Berlusconi: “Meno tasse per tutti” (e chi pagherà il welfare e il debito pubblico?) e “Basta oppressione fiscale”: ma se c’è l’oppressione fiscale, come ha fatto Berlusconi a diventare uno degli uomini più ricchi d’Europa, a meno che non ammetta di aver sempre evaso? Le semplificazioni e un rapporto più ragionevole fisco-contribuenti (per poter almeno capire le cartelle d’accertamento) sono sacrosante: ma per questo basterebbe una commissione di linguisti e comunicatori. Non serve rivoltare il fisco come un calzino. Col rischio di ridurre il gettito e mettere ancora più a rischio i conti pubblici.
 
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