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Intercettazioni e gogna mediatica
Come regolare il fenomeno al di là delle polemiche di questi giorni
Luciano Panzani 23/01/2023

Il processo arriva sempre troppo tardi, con il risultato che chi è esposto sui media come soggetto di indagine ne rimane irrimediabilmente danneggiato. Accade anche che i fatti divulgati non abbiano di per sé rilevanza penale, ma morale o di costume. Si tratta però di fatti che senza le intercettazioni non sarebbero stati divulgati. Da questo punto di vista, ha poco rilievo che la diffusione avvenga da parte dei magistrati (fatto ritengo abbastanza raro), degli incaricati delle indagini, degli imputati o dei loro difensori. Il punto è che avviene e continua ad avvenire senza che le norme più rigorose approvate nel 2020 abbiano avuto un qualche effetto pratico. Il problema che va affrontato e risolto dalla politica, come ha chiaramente detto il Ministro, è se la disciplina delle intercettazioni così come funziona nella pratica, sia compatibile con i fondamenti di uno Stato democratico, rispettoso dei diritti di libertà dei cittadini. Non rileva se le intercettazioni funzionano o sono molto utili, e neppure quanto costano. La storia e la cronaca di alcuni Paesi tristemente noti ci mostra che vi sono molti modi di reprimere comportamenti ritenuti non accettabili, modi efficaci, ma inaccettabili, a cominciare dalla tortura. E la gogna mediatica che trova alimento nelle intercettazioni non è altro che una forma di tortura.
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