-
Governo, i nodi dei cento giorni
-
Zelensky a Sanremo, non solo canzonette
-
Sorpresa, la Giustizia migliora
-
Contundente
-
Il vicepresidente Csm alla sfida dell'unità
-
Sull'autonomia l'ostacolo dei Lep
-
Contundente
-
Quanto durerà il governo
-
Il Pd e il richiamo della foresta
-
La sfida di Meloni alla spirale politici-tecnici
-
Contundente
-
Giorgia bifronte sulla Giustizia
-
Contundente
-
Dall'Avvocato di ieri alla Juventus di oggi
-
Intercettazioni e gogna mediatica
Abolire l'abuso d'ufficio
Eppure il reato, in vigore dal 1930, fino al 1990 non aveva creato difficoltà
Luciano Panzani 28/11/2022

Spigolando dai repertori di giurisprudenza, è il caso del dirigente comunale che non vigila sull’attività urbanistica degli uffici da lui dipendenti, della mancata vigilanza da parte della stazione appaltante del conflitto d’interessi tra appaltatore e subappaltatore; del pubblico ufficiale che si avvale delle prestazioni dei dipendenti di un ente pubblico per motivi personali; del reclutamento di personale senza rispettare le procedure ad evidenza pubblica, ecc. Nel 2020, per ridurre le incertezze sull’ambito di applicazione del reato, si è precisato che l’abuso deve riguardare la violazione di specifiche regole di condotta previste dalla legge, non da circolari o regolamenti amministrativi o buone prassi. Il reato è di difficile configurazione perché confina con corruzione e concussione nei casi più gravi e perché non rilevano comportamenti in cui è lasciata una sfera di discrezionalità.
Ciò non impedisce tuttavia ai P.M. di esercitare l’azione penale e svolgere indagini, magari nella speranza di poter contestare reati più gravi, con ricadute anche mediatiche, in casi che poi dopo il clamore iniziale si sgonfiano, proprio per la difficoltà di integrare la fattispecie di legge. Dopo diversi mesi o in taluni casi anni, interviene l’archiviazione o l’assoluzione, quando tuttavia il danno d’immagine e la sofferenza che deriva dallo stato d’indagato già ci sono stati.
Il Ministro Nordio, prima ancora che si possa fare un bilancio della riforma del 2020, propone ora di abolire il reato, almeno nei casi di ingiusto vantaggio, i più difficili da valutare. Ben venga la riforma che è resa necessaria dall’incertezza legislativa sui doveri dei pubblici funzionari, dalla fragilità del segreto istruttorio e dal frequente ricorso alla gogna mediatica. Eppure l’art. 323 c.p. fa parte del codice penale dal 1930 e sino al 1990 non aveva dato luogo a difficoltà soverchie. Dopo sono iniziate le modifiche, che hanno visto anche la pena massima passare dagli originari due anni agli attuali quattro. Siamo noi, non i nostri padri e i nostri nonni, che abbiamo creato il mostro.
Altre sull'argomento

Intercettazioni e non solo
Come affrontare la criminalità organizzata
Come affrontare la criminalità organizzata

L'eterno puparo
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani

Altro parere
Uno spauracchio in mano alle procure
Uno spauracchio in mano alle procure

Perché l'Europa è esposta alla corruzione
Non dispone di una propria polizia ed è permeabile agli interessi di ...
Non dispone di una propria polizia ed è permeabile agli interessi di ...
Pubblica un commento