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Intercettazioni e gogna mediatica
La riforma Cartabia tra conferma e rinvio
Occorre accelerare gli investimenti previsti dal Pnrr
Luciano Panzani 25/11/2022

Tre punti vanno sottolineati.
a) La riforma Cartabia non tocca soltanto il processo penale, ma anche il processo civile. Eppure gli allarmi sembrano riguardare soltanto il processo penale che certamente attrae molto di più l’attenzione sotto il profilo mediatico, ma interessa un numero molto più ridotto di persone ed imprese rispetto al processo civile.
b) Le vere difficoltà della giustizia in questo momento riguardano la mancata copertura della pianta organica dei magistrati e del personale amministrativo, le difficoltà nello svolgimento dei concorsi, soprattutto quello per l’accesso in magistratura, l’avvio dei cantieri per l’edilizia giudiziaria, per la quale il PNRR ha stanziato ben 400 milioni, cantieri che interessano moltissime sedi fatiscenti ed inadeguate.
c) C’e’ poi il carcere, con uno scandaloso numero di suicidi e le perenni condizioni di sovraffollamento.
Tutto ciò significa che la giustizia italiana ha bisogno di uomini e mezzi e quindi dell’effettivo investimento delle ingenti risorse previste dal PNRR, con l’attuazione del processo telematico penale, l’irrobustimento della rete informatica e l’effettiva attuazione dell’ufficio del processo, cui devono essere destinati circa 16 mila addetti per tutta la durata del PNRR. Senza questi interventi su uomini e mezzi le riforme processuali non solo non sono sufficienti, ma rischiano di irrigidire ulteriormente ed in qualche caso bloccare le strutture esistenti.
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