-
Contundente
-
Contundente
-
Attenti all'algoritmo
-
Le promesse da 100 miliardi del centrodestra
-
Contundente
-
Meloni chiede lo stop alla cessione di Ita
-
Nasce la diarchia Letta-Calenda
-
Contundente
-
Come velocizzare il processo civile
-
Coalizioni politiche o alleanze tecniche?
-
Le “ombre russe” non influenzano il voto
-
Contundente
-
Il brutale assassinio di Alika
-
La zampata del Grillo
-
Contundente
Siccità e cambiamenti climatici
Come disinnescare la crisi dell'acqua
Francesco Grillo 04/08/2022

Innanzitutto, l'acqua finisce per effetto della forbice che progressivamente porta in disequilibrio società caratterizzate da crescite di popolazione e consumi a fronte di risorse limitate. Tale processo è accelerato dal cambiamento climatico che ci sta piombando addosso in questi giorni torridi. In secondo luogo, una riduzione di investimenti pubblici che risulta particolarmente miope se consideriamo che la manutenzione della rete costa meno delle riparazioni. E molto di meno del costo di produzione di acqua che viene letteralmente persa: per l'Autorità di Regolazione per Energia, Rete e Ambiente, in Italia siamo al 44% del totale che equivale a dire che buttiamo circa 3 miliardi che servono per produrla.
Infine, quello dell'acqua è un settore produttivo nel quale il mercato funziona poco e male, con pesanti effetti sull'innovazione. In Israele le reti si stanno differenziando secondo l'utilizzo che dell'acqua si fa: quella potabile, quella per la doccia, quella per gli scarichi, alle quali corrispondono prodotti, possibilità di riciclo e prezzi diversi. Una strategia comporta rovesciare i tre problemi in opportunità. Il Pnrr prevede di spendere 4,4 miliardi di euro (il 2% del totale) per rinnovare la rete idrica. Le risorse sembrano sproporzionate rispetto al problema e, soprattutto, abbiamo perso l'occasione di dimostrare che un investimento di questo genere ha un ritorno praticamente certo in grado di attrarre finanziatori privati.
Ad Esfahan, una delle antiche capitali della Persia, le famiglie iraniane si incontrano sugli argini e i ponti di un grande fiume che si chiama Zayandeh. Ciò che rende questa città davvero unica è che il fiume non c'è più: è evaporato per effetto di scelte sbagliate da parte di un governo che dice di voler rispettare la volontà di un Dio. Quel luogo è un monito a ciò che può succedere a tutti noi se - posseduti da un delirio di onnipotenza - dimenticassimo che persino l'acqua è un bene che condividiamo con i nostri figli.
Altre sull'argomento

Siccità: una strategia per disinnescare la crisi
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani

Altro parere
La variabile Draghi nei destini di Conte e Di Maio
La variabile Draghi nei destini di Conte e Di Maio

Emergenza idrica e siccità
… una crisi annunciata
… una crisi annunciata
Pubblica un commento